"Tra Ztl e fase due rischiamo la desertificazione"
Parla il commissario della Confcommercio, Chevallard. “Sento dire cose senza senso da alcuni assessori”
Roma. “In questi giorni il centro di Roma è deserto, ed è una immagine incredibile. Bisognerà evitare che resti così anche dopo e lavorare per evitare che centinaia di attività, in centro ma ovviamente non solo, non riaprano più”. Pier Andrea Chevallard, commissario della Confcommercio Roma, è ovviamente preoccupato. Per i numeri, innanzitutto. Come secondo i quali nel 2020 a Roma e provincia è previsto un crollo degli incassi che andrà dal -40 della ristorazione al -80 per il settore turistico passando per il -50 di quello legato alla moda. Ma a preoccupare Chevallard, più in generale, è proprio la scarsa chiarezza che circonda tutta la “Fase 2” annunciata dal governo.
Commissario, il rischio che alla lista delle vittime del Covid-19 di aggiungano moltissimi negozi, bar, ristoranti o alberghi romani è più che concreto.
“E’ una crisi drammatica per il mondo del commercio e del turismo e il protrarsi della chiusura degli esercizi presenta dei costi difficilmente sostenibili per gli imprenditori. Dire che moltissimi esercizi commerciali non riusciranno a riaprire è fare una previsione realistica se pensiamo che la stima delle perdite del solo settore del commercio, in termine di mancati introiti, è superiore al miliardo. Per il turismo, poi, la situazione è drammatica perché se a oggi è tutto ovviamente paralizzato per il futuro è persino impossibile prevedere quando potrà ricominciare a muoversi qualcosa. In una città come Roma che sui servizi turistici e sul commercio ha basato buona parte della sua crescita e del suo sviluppo la crisi che si è aperta ha proporzioni devastanti e il rinvio al 18 maggio delle riaperture dei siti commerciali è solo una ulteriore penalizzazione”.
Secondo Confcommerico Roma, alla fine, mille esercizi commerciali potrebbero scegliere di non riaprire più perché i costi della riapertura sono superiori ai costi per restare chiusi. Che significa?
“Significa che per alcuni settori, in certe condizioni, non ha neanche senso ripartire. Con una serie di vincoli tali che in pratica non consentono di svolgere la propria attività, decine di imprenditori non vorranno riaprire perché di fatto non potranno farlo. Il vero tema è l’assenza di regole chiare con definizione sulle modalità di comportamento. Ad esempio si confonde la sanificazione con il rispetto di norme igieniche di pulizia che tutti gli esercizi già applicano e sono in grado di garantire. Ma la sanificazione è un’altra cosa e ha dei costi molto elevati. Se la si imponesse sarebbe un onere insostenibile per gran parte degli esercizi. E poi vorremmo avere regole chiare sulle riaperture, sugli orari e le modalità: non si può arrivare a pochi giorni dalla data prevista e non sapere ancora cosa può riaprire, come, dove e a che ora. Servono poche regole, certe, chiare e attuabili”.
Il presidente di Confcommercio nazionale Carlo Sangalli ha chiesto al governo di far ripartire al più presto le attività commerciali e di sostenere le imprese. Oltre al governo, cosa possono fare Regione e Comune di Roma?
“Ci avviciniamo a alcune scadenze fiscali che in questa situazione saranno pesantissime. Sul piano locale, abbiamo più volte chiesto alla sindaca Raggi di assumere con certezza una decisione sulla sospensione della Tari per tutto il 2020. Non rinvio, sospensione. Possibile che un esercizio commerciale debba pagare la tassa sui rifiuti pur stando chiuso? Lo stesso ragionamento vale per altre imposte, a partire dalla tassa per l’occupazione di suolo pubblico. Anche sugli affitti non è stata presa alcuna decisione rilevante, ad esempio sul credito di imposta. Per riaprire, gli esercizi commerciali devono essere messi in condizione di non essere soffocati dai costi fissi, altrimenti non ce la faranno. Per questo serve un intervento strutturato che coinvolga il governo nazionale e le amministrazioni locali per ridurre e sospendere una serie di costi che gravano su categorie colpite in maniera devastante da una crisi che non poteva essere affrontata in altra maniera che non attraverso la chiusura e la quarantena”.
Al Comune avete chiesto ascolto anche su questioni logistiche che sono comunque di primaria importanza, come ad esempio i trasporti. Il 13 maggio, stando a quanto deciso, torneranno in funzione le zone a traffico limitato.
“Leggere le dichiarazioni di un assessore che annuncia la ripresa della Ztl con la riapertura dei negozi è sbalorditivo. Raggiungere il centro storico con i mezzi pubblici, per evidenti ragioni, sarà complicatissimo. Impedire alle persone di arrivarci anche con i mezzi privati significa aiutare la città a ripartire o piuttosto liquidare tutti gli esercizi commerciali? Quello del trasporto pubblico romano sarà un problema drammatico e servirà ragionare attentamente su nuove forme di mobilità, che però non si inventano dall’oggi al domani. Senza turisti, con i mezzi pubblici insufficienti e senza possibilità di usare le macchine private, chi dovrebbe frequentare i negozi o i ristoranti del centro storico considerando anche che ormai i residenti sono pochissimi?”.
Roma Capoccia - Odo romani far festa