Due anni fa, Francesco disse che “la malattia e la finitudine nel pensiero moderno vengono spesso considerate come una perdita, un non-valore, un fastidio che bisogna minimizzare, contrastare e annullare a ogni costo. Non ci si vuole porre la domanda sul loro significato, forse perché se ne temono le implicazioni morali ed esistenziali. Eppure nessuno può sottrarsi alla ricerca di tale perché”.