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spina di borgo

Letture per il mondo

Matteo Matzuzzi

Si moltiplicano le iniziative di carattere culturale e religioso per vivere bene questo tempo. Una segnalazione

Si possono leggere romanzi, saggi, volumi che consigliano come lavare la biancheria o bagnare le piante. Dicono gli esperti che vadano molto bene i saggi, dopo i giorni passati a fare incetta di Camus, Saramago, Manzoni. Però si può anche andare un po’ oltre. Pensare con calma a quanto sta accadendo nel mondo. Le pubblicazioni non mancano, neppure quelle a carattere religioso o parareligioso, per così dire. L’editore Cantagalli, ad esempio, ha aperto lo spazio #laletturasalverailmondo “dove ritrovarci, seppur virtualmente, per riflettere su ciò che sta accadendo nel mondo, sul senso della nostra vita e del nostro tempo, ‘costretti’ in una situazione di isolamento, spesso anche di solitudine”. Si tratta di offrire qualche piccolo spunto di riflessione, arricchito da proposte (utili) di lettura. L’obiettivo, dichiarato, è di riscopre il significato pieno dell’esistenza. Opera ambiziosissima. Tra i commenti dei lettori c’è chi dice che le letture possono migliorare il mondo a patto che siano “buone”, il che è vero. Non tutto ciò che è deposto sugli scaffali delle librerie è degno di nota, neanche nel settore religioso, dove sovente capita di trovare anche volumi che trattano lo yoga. Per Cantagalli il primo contributo è stato di padre Mauro Lepori che, chissà se profeticamente, aveva scritto il saggio “Si vive solo per morire?”. “La sfida di questo tempo è fermarci davvero, non lasciarci arrestare dalle circostanze”, ha detto nel video pubblicato sulla pagina Facebook dell’editore. Dopo di lui è stata la volta del cardinale Gerhard Ludwig Müller, che ha consegnato una preghiera speciale per l’Italia.

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.