(foto LaPresse)

Ecco le regole regionali sui trasporti: ma si potranno applicare davvero?

Gianluca De Rosa

Bus, tram e treni riempiti per il 50 per cento della capienza, dispenser di gel igienizzante in ogni stazione. Chi controllerà l'obbligo di mascherina?

Roma. Quel che è certo è che non sarà semplice. Il 4 maggio partirà la fase 2 e a Roma, come in tutta Italia, si lavora perché si possa gradualmente ripartire senza che questo implichi che faccia lo stesso anche il contagio. Nella Capitale il vero rebus si chiama trasporto pubblico. Qui, il grado di difficoltà è superiore a quello di qualsiasi altra città di Italia: ogni giorno, in periodi normali, ci sono milioni di spostamenti, la linea metropolitana, la più facilmente controllabile non è capillare, mentre le fermate dei bus sono 8 mila e gli ingressi alle stazioni di metro e ferrovie urbane circa 150.  Per controllare  tutto Atac ha a disposizione solo 250 verificatori. Per di più l’azienda di trasporto pubblico romana è in concordato preventivo con scarse risorse finanziarie da destinare all’emergenza. Dopo una lunga interlocuzione con il Campidoglio e la prefettura di Roma, la Regione pubblicherà oggi  l’ordinanza che stabilisce le linee guida per il trasporto pubblico, mettendo già le mani avanti. “Siamo consapevoli – spiegava ieri pomeriggio il vicegovernatore Daniele Leodori – che l’attuazione sarà problematica”. D’altronde, diceva, in Lazio sono rimaste attive il 38 per cento della attività e dal 4 si aggiungeranno altri 500 mila lavoratori. Per garantire la distanza interpersonale di un metro si dovrebbe triplicare il servizio attuale. Impossibile. E così si è lavorato d’ingegno sfruttando l’obbligo delle mascherine a bordo imposto dal dpcm del 26 aprile. Nonostante le pressioni del Campidoglio per una percentuale minore, bus, tram e treni saranno riempiti fino al 50 per cento della capienza prevista dai libretti d’immatricolazione.  Ci sarà una  precisa indicazione data dalla segnaletica adesiva all’interno delle vetture, sulle banchine e alle fermate dei bus: state a mezzo metro di distanza! A supporto delle decisioni, la Regione ha presentato uno studio elaborato dalla Sapienza che dispone in maniera ordinata i passeggeri per massimizzare le distanze: “Tutti sulla diagonale di un quadrato”. Un motto originale, ma la geometria non è scienza comune. E per questo sarà istituita la figura degli “informatori”: si occuperanno di chiarire ai passeggeri la giusta disposizione. Chissà. Più efficace potrebbe essere il contingentamento agli ingressi delle stazioni della metro e delle ferrovie con flussi unidirezionali in entrata e in uscita. In Atac per questa mansione torneranno a lavoro gli ausiliari del traffico oggi in cassa integrazione. In ogni stazione saranno installati dispenser di gel igienizzante.

 

Ma chi controllerà il rispetto delle regole, in particolare l’obbligo della mascherina? La questione è stata al centro di una diatriba durata giorni e rimasta, di fatto, irrisolta. Atac fa sapere di non avere sufficiente personale, mentre il prefetto di Roma Gerarda Pantalone ha escluso di mandare i poliziotti sui bus.

 

Impossibile triplicare l’offerta di bus,  la Regione prevede una collaborazione con operatori turistici. Inoltre, l’orario di funzionamento del trasporto pubblico sarà esteso alle 23.30. Toccherà al comune spalmare sulle diverse fasce orarie le aperture delle attività, cercando di evitare momenti di punta. Sicuramente non sarà rinnovata la chiusura dei supermercati alle 19. Un ruolo, anche su indicazione del Mit, dovranno giocarlo poi i mobility manager di aziende ed enti pubblici che dovranno essere istituiti anche nelle imprese con più di 100 dipendenti (oggi la soglia è 300) e dovranno predisporre piani per gli spostamenti casa-lavoro. Si vedrà.

 

Per quanto riguarda l’offerta, partirà ridotta in percentuale (l’88 per cento per Atac e il 70 per Fs) sui normali flussi di trasporto nelle diverse fasce orarie, ma sarà rimodulata ogni volta rispetto alla domanda effettiva che sarà monitorata da una cabina di regia di cui faranno parte anche la Sapienza e l’Agenzia Roma servizi per la mobilità che studierà i dati sull’accesso ai tornelli delle metro e quelli forniti dai contapasseggeri già presenti su 500 mezzi e che Atac dovrà montare sulla sua intera flotta. Incrociamo le dita.

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