(foto LaPresse)

Stelle cadenti

Marianna Rizzini

I Cinque stelle si autosfiduciano nel IV municipio. Fine della distopia del governo senza leader

L’emergenza, il virus, la fase 2, il sindaco Virginia Raggi alle prese con gli orari di riapertura dei parchi e la paradossale ed emblematica situazione di un “Kramer contro Kramer”, per dirla con il film anni Settanta sul divorzio, all’interno dei Cinque stelle: la presidente m5s del IV municipio Roberta Della Casa è stata infatti sfiduciata, qualche giorno fa, da tutti i consiglieri m5s del municipio stesso, e però si profila una sorta di investitura informale come “delegata” del sindaco (soluzione già sperimentata nel municipio XI, cosa che le permetterebbe di restare di fatto al suo posto). Non è la prima volta che si verificano problemi all’interno di un parlamentino a guida grillina – è già successo nel terzo municipio ora guidato dal centrosinistra, e appunto nell’undicesimo. Ma stavolta il pasticciaccio pare più grave, e non soltanto per l’effetto accumulo di dissapori interni al movimento che esprime il sindaco: ne va anche della credibilità sul campo di una forza politica che governa a livello nazionale e locale, e che in questo momento ha in mano, in città, la riuscita o meno di un’ordinata ripartenza. La mozione di sfiducia del gruppo consiliare m5s contro Della Casa racconta di divergenze per l’uso di fondi per eventi culturali (perché non usarli per l’emergenza?, era il punto), ma il motivo non spiega del tutto la gravità della situazione, per l’M5s, in prospettiva: la presidente sfiduciata, infatti, è considerata un’esponente m5s vicina a Virginia Raggi, invisa non soltanto ai suoi consiglieri, ma anche a una parte dei consiglieri comunali.

 

Sullo sfondo si staglia la lotta futura per le candidature 2021: chi è con Raggi, nel movimento romano, come Della Casa, infatti non è con l’esponente a Cinque Stelle considerata possibile “avversaria interna” di Raggi, cioè Monica Lozzi, presidente del VII municipio, molto critica con il sindaco sul livello di coinvolgimento dei municipi, oggi e ieri, ai tempi della demolizione delle villette dei Casamonica, quando Raggi si faceva vedere sul campo, anche per via della competizione con Matteo Salvini sulla sicurezza, in tempi in cui il leader leghista teneva alte le ambizioni su Roma, e Lozzi faceva dichiarazioni da cui si evinceva il disappunto per il mancato riconoscimento del suo operato in zona. Tanto che, a inizio marzo, prima che l’emergenza coronavirus silenziasse almeno in apparenza il conflitto, Lozzi aveva ammesso di non escludere, per il futuro, l’impegno diretto per Roma, seppure ancora a livello di “proposta”, anche in un’intervista a questo giornale, dopo le elezioni suppletive per la Camera. L’episodio del IV municipio mostra ancora una volta le crepe in un movimento che pensava di poter governare senza leadership. Peccato che ora, nello scenario inimmaginabile del virus, una leadership servirebbe alla città.

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.