(Foto LaPresse)

Raggi non lo sa ma il M5s ha già una sostituta

Gianluca De Rosa

Considerata "una che ragiona", Monica Lozzi, presidente del VII municipio, piace anche a sinistra ed è alleata di Stefàno

Roma. Virginia Raggi non sa ancora se nel 2021 si ricandiderà. L’intenzione era quella, ma i recenti sondaggi sollevano più di un dubbio: il consenso della prima cittadina secondo un report realizzato dall’istituto Tecnè non supererebbe il 10 per cento. Non è detto però che se anche decidesse di farlo, non ci sia qualcun altro nel M5s a reclamare la candidatura. Non certo Dibba, cioè Alessandro Di Battista, sempre citato in questi casi, ma mai davvero candidato a qualsiasi ruolo di governo. Semmai, un’altra donna. La presidente del VII municipio Monica Lozzi. “Amo metterci la faccia”, ripete spesso Lozzi, che è donna pragmatica, ma, come Raggi, anche molto ambiziosa.

 

Animalista maniacale – quindici gatti, dieci cani e persino un ratto da compagnia che tempo fa scatenò, vista la rilevanza faunistica della specie nella Capitale, non poche ironie – sposata con un altro attivista M5s (analogia con la sindaca), governa il municipio più popoloso della città: 310 mila residenti e un territorio che dal centro, da San Giovanni, si estende fino a Ciampino attraversando Appia e Tuscolana con tutti i quartieri che proliferano intorno alle due consolari.

 

Ieri Monica Lozzi ha marciato compatta con la sindaca per le vie del Quadraro. Fiaccole in mano, per celebrare il rito laico dell’anniversario dell’abbattimento delle ville dei Casamonica. Una battaglia unitaria, uno dei massimi successi rivendicati dalla Raggi – “Quelli di prima facevano finita di niente, hanno fatto finta di niente per anni, a me invece hanno informato della cosa, ed io ho detto subito facciamolo, abbattiamole”. Ma il rapporto tra le due è tutto fuorché idilliaco.

 

“Mi piacerebbe – scriveva Lozzi nella sua presentazione sul Blog delle stelle – che un giorno questo paese fosse guidato da persone e non da politici, persone che mettano al primo posto i bisogni dei cittadini, che non si pieghino a sporchi giochi di interesse solo per mettersi in tasca più soldi”. Insomma, la filosofia grillina nella sua cruda e minimale essenza, ma anche nella sua genuinità. Tradita – secondo alcuni – da Raggi, troppo prona alla comunicazione, eccessivamente mediatica e poco efficace. E proprio su questo punto lo scorso febbraio la presidente del VII municipio tirò una bordata in direzione Campidoglio. Irritata da un post su Facebook della sindaca, sempre via social, sbottò: “Siamo stanchi di un modus operandi a livello centrale che non prevede la condivisione di problemi e soluzioni provenienti dai municipi, ma che risulta invece estremamente attivo nella pubblicizzazione dei risultati ottenuti”. Non un unicum. Lozzi non ha mai smesso di chiedere ascolto ai piani alti di palazzo Senatorio e quando serve a sbattere i pugni sul tavolo.

 

È anche per placare il suo incontenibile attivismo che nel rimpasto di giunta voluto dalla sindaca due mesi fa, alla Scuola e alle Politiche sociali è stata chiamata Veronica Mammì, che già svolgeva lo stesso ruolo nel VII municipio. Mammì è anche moglie di Enrico Stefàno, dinamicissimo presidente della commissione capitolina Mobilità, residente pure lui nel VII municipio.

 

Ma la promozione di Mammì non è bastata a togliere a Lozzi spirito d’iniziativa e animo da outsider. Il 5 novembre la presidente del VII municipio ha partecipato all’assemblea dei consorzi di autorecupero, le associazioni che per conto del comune e con i soldi dei condoni dovrebbero realizzare le opere di urbanizzazione nei quartieri nati in città abusivamente, arrabbiatissime con la giunta Raggi. La vicenda, in effetti, ha contorni surreali e romanissimi: 42 milioni di opere pubbliche in quartieri nati grazie all’abusivismo sono ferme da tre anni perché il comune teme che permettere ai consorzi di realizzarle violi il codice degli appalti. Lozzi, unico esponente politico del M5s, in mezzo a tanti rappresentanti delle opposizioni capitoline, ha partecipato all’assemblea e, in un’intervista a RomaToday, ancora una volta non ha lesinato critiche al Campidoglio: “L’amministrazione comunale dovrebbe darsi una mossa”.

 

Anche per indipendenza e intraprendenza Lozzi e la sua giunta piacciono anche ai non grillini. Recentemente hanno ricevuto persino l’endorsement di “Diarioromano”, un blog molto letto in città e ipercritico con l’amministrazione Raggi. “C’è M5s e M5s. Al municipio VII è tutta un’altra storia”, è il titolo del post in cui si elencano i successi di Lozzi e dei suoi.

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