Salvini ha individuato nella Raggi il punto debole dei rossogialli
Zampettando tra la monnezza, il leghista è ormai romano. Ieri nuova tappa del suo tour nell’orrore grillino: il Tmb di Ama
Roma. Nell’odore acre della monnezza capitolina, una mostrificazione meridionale, risuona dissonante l’accento milanesissimo di Matteo Salvini. “Òcio ai camion”, intima con gran gesto di mano l’ex ministro al capannello di giornalisti e sostenitori che lo ha seguito ieri mattina sin fuori dal grande raccordo anulare. A Rocca Cencia, desolante periferia sulla via Prenestina dove sorge, segnalato dai bordi della strada ricolmi di rifiuti, il Tmb di Ama, l’unico impianto di trattamento ancora in funzione a Roma. Salvini è accompagnato dal consigliere capitolino leghista Maurizio Politi. Arrivati all’ingresso, però, ecco l’imprevisto. Quasi imbarazzato, con sorriso nervoso e occhiali da sole a celare il disagio, il portiere dell’impianto spiega all’ex ministro dell’Interno: “Mi scusi senatore Salvini, ma non posso farla entrare, ordini dall’alto”.
Lo sbigottimento è generalizzato. E pensare – ricorda Salvini – che i leghisti hanno anche preallertato Ama e Campidoglio della visita ben due giorni prima. Una cortesia non dovuta, visto che consiglieri comunali e parlamentari hanno diritto in qualsiasi momento ad accedere agli impianti di Ama. “Lo prevede anche il contratto di servizio”, ricorda Politi. Ma non c’è niente da fare. “Entriamo solo noi due…”, prova Salvini sornione. Niente. Tra le mosche, la puzza insopportabile e i camion pieni in fila per scaricare, la situazione si fa sempre più surreale. Salvini bacchetta Politi: “Non hai il numero dell’amministratore? Ci parlo io”.
Nell’attesa il leader leghista scatta selfie con gli ammiratori stufi di vivere lì, ma pur sempre affascinati dalla presenza del Capitano. Zaghis, militante grillino e neo amministratore unico di Ama risponde al telefono. “Come scusi – dice Politi – non possiamo entrare… siamo un senatore e un consigliere noi abbiamo il diritto di entrare… come dice? Non le importa nulla che sarebbe la prima volta che l’azienda vieta l’accesso… Ah, beh ne parleremo con il prefetto, non finisce qui”. Tuuu tuuu.
“Ti ha mandato affanculo eh?”, sorride ammiccante Salvini con invidiabile self control, ma con una faccia che almeno un po’ tradisce l’ira dissimulata. “Sì, gli ho spiegato che andremo dal prefetto”, si difende tesissimo Politi. Nel frattempo da dentro alcuni lavoratori cominciano a rumoreggiare: “Mat-teo, Mat-teo”. “Beh almeno fate uscire loro”, chiede Salvini. Niente da fare. “Non sono autorizzati”, spiega sempre più imbarazzato l’addetto Ama.“Vabbè, vorrà dire che la prossima volta ci caleremo dall’alto con il paracadute”, si rassegna il Capitano immaginandosi una sorta di D’Annunzio del rifiuto.
Il sopralluogo fa parte di un tour degli orrori che Salvini sta facendo in giro per la Capitale. Tutto è cominciato lo scorso 4 ottobre con la manifestazione della Lega in in Campidoglio che ha dato il via alla raccolta firme per chiedere le dimissioni della Raggi (ne sono state raccolte sinora 12 mila). Da allora Salvini prima di recarsi a Rocca Cencia ha visitato il quartiere Fonte Laurentina, dove i residenti da tempo denunciano la presenza di una discarica abusiva di rifiuti tossici, il deposito di Atac di Tor Pagnotta, il mercato rionale di via Epiro, l’esterno dello stadio Flaminio. E, dicono, gli appuntamenti capitolini proseguiranno.
Ma cosa vuole Salvini da Roma? Più che la conquista del Campidoglio – qualcuno visto l’incredibile interessamento alle vicende capitoline gli ha persino chiesto, scatenando le risa dell’ex ministro, se sogna di fare il sindaco – l’obiettivo sembra un altro. Giocare al tiro al bersaglio con la sindaca. Il leader leghista ha capito che la Raggi rappresenta il punto debole del M5s. Non solo. Sembra quasi che Salvini cerchi di utilizzare la “mediaticità” di Roma e della sua sindaca (l’esponente grillina più seguita sui social network, recentemente il suo social media manager è stato promosso a responsabile dei canali Facebook, Twitter e Instragram del M5s nazionale) per recuperare quello spazio centrale che ha perduto su giornali, radio e tv.
E’ partita così una serrata guerra di propaganda con il Campidoglio ben sintetizzata dai due hastagh – #Raggidimettiti e #Salvinichiaccherone – che identificano i post del leader del Carroccio e quelli della sindaca, dei consiglieri e degli assessori M5s a palazzo Senatorio. Per capire il livello: il giorno della manifestazione leghista in Campidoglio, gli assessori grillini accolsero Salvini brindando dalle scalette d’ingresso al palazzo con i mojito in mano. E dato che si parla di propaganda, ogni staff cerca di spuntare le armi dell’altro. Così si spiega il divieto di accesso e così si capisce anche perché ieri sulla via Prenestina, a pochi metri dall’impianto, la polizia locale di Roma Capitale ha disposto la circolazione a sensi alternati, in modo da permettere agli addetti di Ama con rastrelli e soffiatori di ripulire i bordi della strada. In questa battaglia di sberleffi e dispetti, i cittadini di Rocca Cencia continuano a vivere in mezzo alla monnezza.
Dopo il concorso, il nulla?