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Roma Multiservizi, la truffa più scema della storia delle truffe

Gianluca De Rosa

"Spara e scappa" è il nome della chat su cui i dirigenti dell'azienda davano istruzioni agli operatori ecologici per truffare l'Ama

Roma. “Spara e scappa”. Era questo il nome della chat dalla quale i dirigenti di Roma Multiservizi – una delle aziende che nell’autunno 2018 hanno vinto il bando di Ama per fare la raccolta differenziata di bar, ristoranti e tavole calde (le altre sono Sciangalli, Avr, Sari) – davano istruzioni agli operatori ecologici per truffare la municipalizzata capitolina dei rifiuti e rendere molto complicata la vita dei commercianti.

 

Lo “sparo” – svelato da un’inchiesta del programma televisivo le Iene – per fortuna era solo metaforico, ma non per questo meno dannoso. Gli operatori ecologici di Multiservizi lavoravano di notte quando la maggior parte dei negozi erano chiusi. In questo modo evitavano di raccolgiere la monezza, ma, armati di palmare, “sparavano” sulla targhetta di plastica con codice a barre identificativo del negozio affisse fuori dalle saracinesche dei locali. In questo modo, certificavano il passaggio e la raccolta avvenuta. I rifIuti, in realtà, rimanevano lì. In compenso, per ogni “badgiata” l’azienda, che per di più è controllata da Ama al 51 per cento, riceveva da Ama stessa un compenso. La gola profonda che ha raccontato la storia alle Iene ha spiegato: “Lavorando di notte troviamo chiusi l’80 per cento dei locali e senza ritirare i rifiuti possiamo fare fino a duecento sparate per ogni palmarino, se invece dobbiamo anche raccogliere il tempo ci vuole, quindi non potremo farne più di 40, 45 e Multiservizi incassa meno soldi dall’Ama”. Una truffa a tutti gli effetti, segnalata dal programma Mediaset a Roma Capitale a metà settembre, ma che ha convinto solo ieri, dopo la messa in onda del servizio, la sindaca Virginia Raggi a presentare un esposto in Procura.

 

La denuncia era stata già avanzata dall’esponente di Fratelli d’Italia Roberta Angellilli, ex eurodeputata e consigliere regionale del Lazio, che, da alcuni mesi, aveva iniziato una raccolta firme tra i commercianti: “Volevamo chiedere il rimborso di una parte della Tari per assenza di servizo”, spiega. “Poi, dopo aver visto il servizio abbiamo deciso di andare subito in Procura”. Angelilli non fa sconti alla sindaca: “La vicenda è gravissima, ma è altrettanto grave e inquietante che sia Ama, sia la Raggi non abbiano vigilato”. “Era evidente – si accalora – che le cose andassero malissimo: Ama ha ricevuto migliaia di richieste di interventi da bar e ristoranti. Anche ai municipi i commercianti hanno inviato diverse segnalazioni. Perché nessuno si è chiesto come mai questa raccolta non funzionasse? La sindaca vive a Roma o su Marte?”. 

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