(foto LaPresse)

L'attualità spiegata con una vecchia barzelletta

Guido Vitiello

La sapete quelle del tizio che va in edicola?

C’è una vecchia barzelletta – credo circolasse negli anni Settanta – sulla cronica instabilità politica di certi paesi sudamericani, funestati senza tregua da guerriglie, insurrezioni, controinsurrezioni, golpe e giunte militari. Racconta di un tizio che va all’edicola e dice: “Buongiorno, mi dia il quotidiano e la Costituzione di oggi”. Ebbene, pensavo che oggi un italiano, di quelli che non mancano mai nelle barzellette, se ne tornerebbe dall’edicola con sottobraccio una mazzetta da sedici chili e settecento. Magari non la Costituzione, ma per capire come comportarsi in quarantena dovrà chiedere un bel po' di cose: “Mi dia il quotidiano, il decreto di oggi, la bozza del decreto di domani, le indiscrezioni da fonti governative sul decreto di dopodomani, l’ordinanza regionale, quella del ministero della Salute, la circolare comunale e un paio di moduli di autocertificazione freschi di giornata, grazie”. Arrivato a casa, sul quotidiano troverà una sintesi infedele del decreto del giorno, mescolata inestricabilmente alle bozze dei decreti venturi e alle voci sui congetturali, per poi scoprire che la regione smentisce il governo, il comune smentisce la regione e il modulo di autocertificazione smentisce tutti e tre, però è cambiato nottetempo e oltretutto le sue due copie non bastano perché va stampato in triplice copia. A quel punto sbrocca, proclama il suo tinello Repubblica indipendente, si fa dettare la Costituzione dal figlio di tre anni e passa le giornate con un luccichio sinistro negli occhi a dipingere orologi molli e giraffe in fiamme.

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