(foto LaPresse)

Un treno per i rider eroi

Maurizio Crippa

Dopo averci alleviato il lockdown portandoci pizza e gelati, a Milano li hanno già mandati a cagare, e poco gentilmente

Gli eroi della pandemia. Ah, non ce li dimenticheremo mai, gli eroi della pandemia. Medici, infermieri, i virologi pure. Macché, invece li stiamo già rimettendo tutti al loro posto, in una soffitta del cuore. Poi ce ne sono altri, di eroi. Sono i rider in bicicletta che ci hanno alleviato, e molto, il lockdown. Quei ragazzoni, spesso neri (ma abbiamo già il nostro daffare con il Blm degli altri, che ci volete fare…) che ci portavano il delivery, le pizze le birre e il gelato. Con o senza mascherina. Questi eroi, a Milano, li hanno già mandati a cagare, e poco gentilmente. Insomma con le bici sui treni non possono più salire. Ma siccome arrivano tutti da lontano, dai più orrendi suburb della metropoli, roba che Minneapolis è Disneyland al confronto, come volete che ci tornino a casa, la sera, se non con il loro mezzo di lavoro sopra a un mezzo di trasporto? Uno che insisteva troppo lo hanno pure arrestato. Gli altri hanno pedalato in gruppo per la città, per farsi sentire. Altri ancora hanno simulato un allegro attacco con le bici alla stazione Cadorna. Dice Trenord che il razzismo non c’entra, e ci mancherebbe, ma “il fenomeno dei rider che, specialmente la sera, affollano i treni lombardi è diventato incompatibile con le più elementari norme a tutela della sicurezza”. Bene. Ma inventatevi qualcosa, due carrozze in più, no? Pare che lo faranno, non era poi difficile. Maledetta è la città che si dimentica dei propri eroi.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"