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La scuola finalmente è finita, tenetevi il plexiglass

Maurizio Crippa

L’unica deadline vera e urgente della scuola era settembre. Il vero disastro è che per settembre non si è ancora fatto nulla

Con un bello sciopero condito di flash mob s’è finalmente concluso con un guizzo di follia quello che un ragazzino delle medie (l’ho scovato grazie a un tweet del suo professore) ha definito così: “2020. L’anno geniale”. La cosa migliore, della fine d’anno, è che almeno spariranno tutti i lamenti e le dichiarazioni che ci hanno tormentato per tre mesi, tipo “riaprono le discoteche ma le scuole restano chiuse”, “pensiamo agli estetisti ma non agli studenti”. E soprattutto, fino a settimana scorsa: “All’estero sì e qui no”. Ecco: adesso la scuola è finita, in Italia vige la vacanza trimestrale. Se ne riparla a settembre, mettetevi l’anima in pace. Perché poi, che noia ripeterlo, l’unica deadline vera e urgente della scuola quella era: settembre. Che “l’anno geniale” andasse come è andato lo avevano capito anche alle elementari. Il vero disastro è che per settembre non si è ancora fatto nulla. E ieri ha fatto capolino alla radio persino la testa fulva della ex ministra Fedeli, e per un attimo è sembrata Giovanni Gentile: “L’idea del Plexiglass tra i banchi? E’ pessima, stavolta è proprio sbagliata, glielo hanno detto tutti. E’ una proposta che non ha preso in considerazione nemmeno la task force”. Quelli della radio sono perfidi, e le chiedono: chi può averla suggerita alla ministra Azzolina? “Non lo so, forse l’avrà vista da qualche parte, non ne ho idea”. Ecco, qui Fedeli è però stata reticente, perché se nel palazzaccio di Viale Trastevere ci ha messo piede almeno qualche volta, la risposta la sa: chiedete ai tecnocrati della burostruttura. Quelli che vivono, loro sì, da decenni dentro alle gabbie di plexiglass.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"