Piazza Emile Chanoux, ad Aosta

Da Aosta ai Cinque stelle

Maurizio Crippa

Ci hanno detto che si può circolare, a breve pure andare all’estero. Ma a R0 nazionale sotto controllo, così ha detto Brusaferro, la questione delle regioni a rischio serve scientificamente a non si sa cosa

Se volete capire qualcosa di questa nuova modificazione del virus, quella per cui Aosta è diventata più pericolosa di Bergamo e l’Umbria una sorta di Wuhan collinare, ma allo stesso tempo – forse per il principio dei vasi comunicanti – un autoimmune di Pomezia può venire a Milano a farsi uno spritz con Beppe Sala, dovete leggere @davidallegranti in quarta pagina. Che si è applicato con abnegazione e acribia alla oscura contabilità epidemiologica ed è arrivato al punto – ammesso che ci sia un punto fermo in mezzo a sistemi valutativi che sfidano Euclide e il sistema metrico decimale. Qui si vuole sottolineare un aspetto per così dire antropologico, ché sociologico ci pare troppo. Ci hanno detto che si può circolare, a breve pure andare all’estero a prezzo qua e là di qualche quarantena. Ma a R0 nazionale sotto controllo, così ha detto Brusaferro, la questione delle regioni a rischio serve scientificamente a non si sa cosa (tanto non abbiamo né app né tamponi né tracciatori), se non per iniettare una dose di sospetto, di paura di cittadini che si guatano, di campanilismo arci italiano a chi ce l’ha più corto, il contagio. Ecco, quel genere di odio sociale piccino che non se ne sente proprio la necessità. Abbiamo già Riccardo Ricciardi, per le stronzate.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"