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Sei gradi di congiunzione. Il paese degli abbaialuna

Maurizio Crippa

La noiosa faccenda dei congiunti e l'uscita del viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, secondo cui “anche un’amicizia è un affetto stabile, a volte è migliore di un familiare”

Non ho seguito con particolare attenzione la faccenda dei congiunti, mi sono annoiato da solo nel momento stesso in cui ascoltando Giuseppi (che a sprezzo del pericolo dirò essere meno noioso dei due miliardi di tuìt e meme che sono seguiti) ho mentalmente annotato che “congiunti” vuol dire parenti. Punto. Ma siccome gli italiani sono un popolo di rompicoglioni che ha sempre da lamentarsi, è il loro modo di annoiarsi, perché più che congiunti sono di ristretti orizzonti, si è scatenata la riffa e/o la polemica per sapere quanti gradi di parentela sono permessi dalla Fase 2. O se gli amanti valgono come i mariti, le fidanzate come le zie. Basterebbe la regola aurea in base a cui, in sei gradi di separazione, tutti conoscono tutti. Ha risvegliato però la mia attenzione una frase particolarmente lunare del viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, secondo cui “anche un’amicizia è un affetto stabile, a volte è migliore di un familiare”. Quindi, in base alla sua segreta cosmologia, si potrà andare a trovare “un amico vero, se non è una scusa”. In pratica vuol dire due cose: che tutti sono liberi di andare dove vogliono, quindi state prudenti con la mascherina e piantatela di scassare con il furto della democrazia, manco fossimo nelle grinfie di Orbán. La seconda, che il Dpcm non serve a un cazzo. In ogni caso, godetevela, ma non schiamazzate. Io preferisco stare in casa perché, come diceva il Maestrone, “i miei amici veri, purtroppo o per fortuna / non sono vagabondi o abbaialuna”.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"