CdB al gran torneo dei giornali de sinistra. Serve un lodo?
Ieri l'Ingegnere ha fondato la società editoriale che darà vita al Domani. Dovrebbe fare guerra a Rep, ma sembra più destinato a contendersi linea e lettori col Fatto quotidiano
Pimpante come un giovane cavaliere lancia in resta e ansioso di vendicare la sua dama “snaturata”, ovverosia Repubblica, ieri CdB ha convocato a Torino capitale il suo gran consiglio e, sfoderando un bel capitale di dieci milioni, ha fondato l’Editoriale Domani spa, che darà vita al quotidiano Domani, alto e snello come si conviene: come dire la fase due del giornalismo de sinistra. Con lui il fedele Luigi Zanda, che, dopo una vita da membro interno della real casa dentro al Pd, sarà il presidente. A dirigere, pare, il giovane Stefano Feltri (non manchino gli auguri) mentre gli storici cavalieri della tavola rotonda debenedettiana hanno dato forfait (e si lasceranno ad altri le bassezze da calciomercato). S’apparecchia dunque un nobile torneo per decidere chi sarà il vero alfiere della sinistra giornalistica-politica italiana, ma il quadro è così curioso, e dubbioso, che ne potrebbe uscire anche un torneo di scopone. Dunque. Domani dovrebbe ingaggiare una lotta all’ultimo sangue con Rep., passata di mano. Ma, a naso, sembra più destinato a contendersi linea e lettori col Fatto quotidiano. Invece Travaglio tenterà di dar battaglia alla Rep. di Molinari – e già per decidere chi sarà più filocontiano è dura. Poi c’è il Manifesto, che è pur sempre è la noblesse oblige della sinistra d’opposizione, seppure ora in versione filogovernativa, che darà fastidio a tutti e due. E niente, noi della vecchia scuola marpiona abbiamo il sospetto che alla fine, per decidere chi comanderà nella sinistra dei giornali, potrebbe servirgli un bel logo Ciarrapico.