(foto LaPresse)

L'invenzione del mare

Maurizio Crippa

Prima era un simbolo di guerra, poi è diventato di moda. Ma non c'è alcuna necessità di andarci se ci diranno di restare a casa

Per secoli gli uomini si sono tenuti lontani dalle spiagge perché considerate nocive alla salute e ricettacolo di ogni tipo di insidie, come racconta in uno splendido libro, L’invenzione del mare, lo storico Alain Corbin. In mare si andava a fare i pirati, a commerciare o tutt’al più a fare la guerra. Poi è cambiata la moda e alla fine, forse per colpa dell’invenzione dell’ombrellone o del bikini, si è cominciato a credere che andare in spiaggia fosse un diritto civile universale. Ora, complice un rendering particolarmente fesso della sottosegretaria al Turismo Lorenza Bonaccorsi, c’è una sollevazione di indignados che al mare giura che ci andrà, senza se e senza ma, e senza inscatolarsi in gazebo di plexiglass. Ma non esiste nessuna necessità o dovere – nemmeno per un popolo di bagnini, libertari da spiaggia e navigatori da pattino – di andare a mare, quest’estate, se non lo si potrà fare. State a casa, o andate in montagna. E soprattutto spegnete quella cazzo di radiolina.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"