Stefano Di Michele

Il nostro amico SDM

Maurizio Crippa

Ricordiamo Massimo Bordin, ma non dimentichiamo nemmeno il nostro Stefano Di Michele, a quattro anni dalla scomparsa

Pubblichiamo venerdì 17 aprile due belle pagine per ricordare Massimo Bordin, che ci ha lasciati esattamente un anno fa. La circostanza mi ha fatto ricordare (no, in verità mi è stato ricordato) che oggi, il 16 aprile di quattro anni fa, nel 2016, ci lasciava anche il nostro magnifico Stefano Di Michele. Che di Bordin non aveva la stessa storia politica, ma condividevapannellianamente molte idee, a partire da quelle sulla giustizia. E di certo l’amore per i libri (quelli vecchi che comprava e si portava in redazione). Ci manca SDM, soprattutto in questi giorni rinchiusi. Chissà come avrebbe saputo raccontarli. Lui ipocondriaco con garbo, lui che non viaggiava e non sarebbe mai uscito di casa, coi suoi gatti. Lui che amava i vecchi e le loro storie, chissà come avrebbe raccontato questa loro mattanza, tra un verso di Borges e un santino comprato alle bancarelle mentre veniva al Foglio.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"