Dieci cose bellissime capitate per caso nella nostra vita. Ciao Stefano

Redazione

Al direttore - SDM l’ho visto solo nella faccia delle parole che disegnava sul Foglio. Quando lo leggevi, stavi bene. Alzavi la testa e chiudevi gli occhi e ti godevi il buon sapore che lasciava sulla lingua, il buon odore che dava alla testa – anche se non eri d’accordo. Possedeva il tocco miracoloso di cuocere tutto dentro un sorriso gentile che celebrava l’esistente anche quando lo prendeva fantasticamente per il culo. Stavi bene, perché ti faceva amare di più e capire di più. Rileggevi. Su di lui tutte le benedizioni che ha sparso tra le pagine, quindi occhio ché ne pioveranno parecchie. Grazie SDM.
Emmanuel Exitu

 

Al direttore - La scomparsa di Stefano Di Michele è davvero una cosa che fa male. Perché era una persona di rara sensibilità, educazione, sobrietà, ironia, cultura e intelligenza. Senza fronzoli, è sempre andato all’essenza delle cose che gli piacevano e a esse ha conformato la sua vita.  Non inseguendo ambizioni o successi vani, ma cercando nella semplicità delle cose che amava il senso del suo agire e pensare.
Una penna finissima, arguta, imprevedibile e magnificamente godibile. E’ stato anche un amico, un compagno caro, disincantato e appassionato. Lontano dai rumori delle esistenze che spesso si manifestano con volgarità chiassosa, amava il suo distacco, i suoi silenzi, le sue abitudini, circoscritte nei confini della provincia di Roma. Sedentario come un gatto, di esso mostrava la stessa placida pigrizia ma la prontezza dello scatto, se lo riteneva necessario. Mancherà al giornalismo italiano, perché era uno dei migliori professionisti che lo abitavano; e mancherà agli amici e alle tante persone che gli hanno voluto bene.

Goffredo Bettini

 

Al direttore - Lo ammiravo, leggerlo era sempre un regalo, senza averlo mai incontrato gli volevo (voglio) molto bene. Sono vicina a tutti, e triste.
Anna Bravo

 

Al direttore - Mi dispiace molto per la scomparsa prematura di Stefano Di Michele. Sono andato a rileggere “Appunti per il dopo”, il libro uscito con il Foglio nel 2007. “Andare lassù – scriveva Stefano – sarà indimenticabile anche per questo: scrutare ciò che era imperscrutabile. Trovare la risposta. Il senso”.
Jori Diego Cherubini

 

Al direttore - A sinistra di Amendola, a destra di Ingrao. Non comprendevo il tuo silenzio. E ora piango senza vergogna. Piango la solitudine di chi continua a sognare un comunismo liberale moderno, senza rancori, senza vendette. Un saluto a pugno chiuso Stefano. E un abbraccio ai suoi familiari e tutti gli amici del Foglio.
Cesare Russo

 

Al direttore - SDM, fedele e geloso della sua identità, mai fanatico e fazioso. Ce ne fossero. Requiescat in pace.
Moreno Lupi

 

Al direttore - Al funerale di Stefano Di Michele, ieri, ho incontrato un amico. Sorpreso gli ho chiesto: “Conoscevi anche tu Stefano?”. “No, ma quando lo leggevo mi faceva stare bene”. Io non so dire perché Stefano è morto così giovane, spesso con lui  discutevamo del dolore innocente, del cui mistero anche questa morte fa parte, ma certo il fatto che lui sia vissuto è stato un bene per me e per tanti di noi. E la memoria mi riempie di gratitudine.
Ubaldo Casotto

 

Il nostro Stefano Di Michele portava con sé due libri. Sempre. Il primo libro era “La Gioia di scrivere”, di Wislawa Szymborska,  il secondo libro era “Lettere”, di Emily Dickinson. Erano i suoi libri del cuore, e quei libri, insieme con un suo delizioso volumetto (Borges e Camilla Gatti, amori e altri disastri), ieri sono stati sepolti con lui. Fino all’ultimo istante della sua vita Stefano aveva avuto voglia di scrivere. Gli sarebbe piaciuto scrivere un articolo, forse un libro, sulle dieci cose più belle che gli sono capitate nella vita per caso. Per caso, per esempio, gli era capito di scoprire un colore che lo faceva impazzire di gioia. Il turchese. Ci voleva scrivere qualcosa Stefano, sul turchese, era una delle dieci cose più belle che aveva scoperto per caso nella vita, non si ricordava bene in quale circostanza, ma gli piaceva. Dieci cose bellissime capitate per caso nella nostra vita. La trasformeremo nella serie estiva del Foglio. Ciao Stefano.

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