(foto LaPresse)

Noi non lo chiameremo Jair Covid, ci basta bel pirla

Maurizio Crippa

Bolsonaro ha sfidato il coronavirus come se fosse una leggenda amazzonica e se l'è preso pure lui. Peggio di Djokovic!

Non sono esperto di tennis come il mio caro direttore e non saprei se Novak Djokovic, ristretto nel suo perimetro naturale di palle e racchette, sia un numero uno. Ma quando è fuori dal magico rettangolo che gli compete è il prototipo dell’untore zero. Ha sfidato il Covid come un pollo senza mascherina, confidando in non so quali medicine alchemiche e teorie no vax, e se l’è preso. E l’ha fatto prendere. Poi è guarito, mica è un vecchietto da scrematura. Ma il guaio l’ha fatto. Va notato però che il suo alternativo concetto di salute o di immortalità è una scemenza da ragazzoni senza pensieri, una postura bulla e instagrammabile, come quella di tanti suoi coetanei fisicamente meno attrezzati. Diverso, molto, è il caso del presidente brasiliano Bolsonaro, che ha sfidato anche lui il Covid come fosse una leggenda amazzonica, o una trumpiana kung flu, e s’è l’è preso. La prima differenza è che ha fatto ammalare, e morire, migliaia di cittadini del suo paese. E sarebbe colpa bastante a tirar giù anche la statua di suo nonno. La seconda, che non fosse grottesco diremmo culturale, è che lo ha fatto per una postura superomista, da destraccia populista, roba da “a chi l’invulnerabilità da Covid? A noi!”. Bene, adesso se l’è preso. Non essendo noi come un tale brutto ceffo, non lo chiameremo “Jair Covid”. Ci basta un dovuto: bel pirla.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"