Zia Jemima e Mozart

Maurizio Crippa

Rinunciare ai Pancake del marchio americano (che cambierà nome per prevenire censure) sarà un po’ come evitare, per non insultare nessuno, le famose Palle del compositore

Fin quando non mi toccano gli adorati Biscotti della nonna (absit iniura verbis) o le tagliatelle di Nonna Pina, credo che potrò resistere. Quindi se spariscono dagli scaffali gli sciroppi e i pancake di Zia Jemima, con la simpatica faccina di una donna nera (ma evidentemente è una schiava, una cugina di Mamie) ce ne faremo una ragione. Però la ragione va oltre il ragionevole, perché Aunt Jemima è uno dei marchi più famosi d’America, sforna dolci e affini dal 1889 e nessuno si era mai accorto che vendesse sottobanco anche bieco schiavismo. Sì, adesso è un po’ che gli rompono le balle, ma non come a una statua di Lee. Però la PepsiCo, che possiede il tradizionale marchio, s’è portata avanti e ha deciso di cambiare nome e soprattutto immagine, onde evitare di confondere i suoi sciroppi con quelli delle zie del KKK. E tutto va bene, è giusto cambiare gusti alimentari in nome della pace nel mondo. Del resto abbiamo già dovuto interrompere le gite a Chiasso per far scorta dei razzistissimi dolcetti “moretti”. Però è un po’ come dover rinunciare, per non insultare nessuno, al Puzzone di Moena o al Bastardo del Grappa. Comunque, se dopo il razzismo vogliamo allargarci al gender, ricordatevi che pure le Palle di Mozart sono un bell’abuso sessuale.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"