(foto LaPresse)

Gli alieni dell'antimafia

Guido Vitiello

Tra chi mette in discussione il 41 bis e chi solo a sentirne parlare s'indigna, chi è il vero extraterrestre?

C’è un soldato che combatte in un pianeta sperduto, a cinquantamila anni-luce da casa. Mentre medita sull’insensatezza della guerra galattica, avvista uno dei nemici alieni e gli spara: “Erano creature troppo schifose, con solo due braccia e due gambe, quella pelle d’un bianco nauseante, e senza squame”. Con questo spettacolare rovesciamento si chiude un raccontino di Fredric Brown, “Sentinella”. Ebbene, ieri sul Fatto c’era una cronaca marziana dello stesso genere, scritta da Nando Dalla Chiesa. Parlava di un raduno dove si sono sentite parole raccapriccianti. Si è detto per esempio che lo Stato non può abbracciare la logica vendicativa dei mafiosi, altrimenti non è migliore di loro. Si è detto anche, in questa infernale confraternita, che il 41 bis può portare all’impazzimento, che la sua costituzionalità è dubbia, che “il vero scandalo non sono state le scarcerazioni, ma il fatto che quei detenuti, quasi tutti alla fine della pena o in attesa di giudizio, fossero ancora in carcere”; che la nostra “società incattivita e incivile” costringe di fatto i magistrati “a condannare e a tenere in carcere detenuti in attesa di giudizio, che non ci dovrebbero stare”; e che oggi “è diventato problematico avere posizioni più interlocutorie, più raziocinanti”, perché “si può solo essere oltranzisti”. Il lettore, commenta inorridito Dalla Chiesa, penserà che si tratti di una congrega di penalisti palermitani, ossia di amici dei mafiosi. E invece – colpo di scena – era il raduno di un’associazione antimafia. Segno che i marziani hanno vinto. Poi ha firmato l’articolo con una delle sue cinque mani squamate.