Giorgio Almirante negli anni 70 (foto LaPresse)

Che c'entra il tardo Almirante con la Meloni?

Guido Vitiello

Ce lo vedete il segretario del Movimento sociale, ancorché ex redattore della “Difesa della razza”, ad arringare platee contro il piano di sostituzione etnica voluto dall’usuraio Soros ? Io no

La Spezia, Alghero, Vibo Valentia, Siracusa, Genova, Verona, Zevio in provincia di Verona, solo per stare alle ultime. Ogni giorno mi sembra di leggere la stessa notizia: qualcuno (solitamente un fratello d’Italia) propone di intitolare una via a Giorgio Almirante, qualcun altro in risposta tira fuori “La difesa della razza”, a quel punto entra in scena il liberale fuori-dal-coro che fa il suo piccolo numero di esibizionismo voltairiano e poi, tra una delibera comunale e l’altra, regolarmente mi perdo e non so come va a finire. Del resto, poco m’importa: come molti, azzarderei a dire tutti, ogni giorno mi aggiro distrattamente per strade fitte di nomi che non mi fanno venire in mente nulla. L’interesse di queste cronache potrebbe riguardare, al limite, il rapporto di Fratelli d’Italia con le radici profonde che non gelano. Ma allora i termini della discussione andrebbero capovolti, e con essi i quadri di riferimento temporali. Non prendiamo, cioè, l’Almirante repubblichino degli anni Quaranta, prendiamo l’Almirante repubblicano degli anni Ottanta. Ebbene, ce lo vedete, Almirante l’ex fucilatore, a mettersi sotto i tacchi ogni codice di guerra e di cavalleria per svillaneggiare un ergastolano malato che chiede cibo decente e aizzargli contro torme di squadristi digitali? Ce lo vedete il tardo Almirante, ancorché ex redattore della “Difesa della razza”, ad arringare platee contro il piano di sostituzione etnica voluto dall’usuraio Soros, perfetto equivalente moderno dei Protocolli dei Savi di Sion? Io non ce lo vedo. E se passassi per via Almirante, tutto mi verrebbe in mente tranne che la Meloni.