(foto LaPresse)

Politica, as usual

Maurizio Crippa

Non si fa altro che parlare dell'avvicinarsi dell'apocalisse e non della vera notizia del giorno: che il coronavirus potrebbe facilitare il riavvicinamento di Renzi a Zingaretti

La temperatura sul termometro (absit inuiria verbis) della situazione politico-mediatica italiana potrebbe essere determinata attraverso i seguenti fattori, fatti di ieri. Per non farci mancare nulla, c’è stato un terremoto 4.4 a Rende (Cosenza) ma nessuno se ne è accorto. A Volkmarsen, in Germania, un tale si è scagliato con l’auto su una sfilata di carnevale, 30 feriti, “volontariamente” dice la Polizei, ma da noi ha avuto attenzione pari alla strage di Hanau sulle prime pagine dei tabloid. A Teheran i conservatori hanno vinto le elezioni, la notizia è che c’è stata un’affluenza alle urne inferiore quella che ha trasformato Sando Ruotolo in un senatore di Napoli, ma l’abbiamo trascurata. Le partite della serie A si svolgeranno a porte chiuse, i giocatori potranno sudare solo con la mascherina, la Juventus è crollata in Borsa, ma niente, manco una polemicuzza sul Var applicato all’emergenza sanitaria. Una svalvolata a un programma di trash television ha usato il concetto di pentito di mafia come fosse un insulto, ma Nino Di Matteo non ha commentato. A Milano è più facile trovare una pista di coca che una confezione di Amuchina, ma restiamo orgogliosamente “the place to be”. Insomma ci sarebbero tanti e tanti segnali che l’apocalisse si sta avvicinando, anzi è già cominciata come dicono a Radio Maria, e invece niente. Non si fa altro che parlare di quella cosa lì, e non della vera notizia del giorno: che il coronavirus potrebbe facilitare il riavvicinamento di Renzi a Zingaretti.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"