Piercamillo Davigo (foto LaPresse)

Il Csm e gli avvocati di Milano con i controtogoni

Maurizio Crippa

Il Consiglio superiore della magistratura aveva stabilito di spedire nel capoluogo, ad aprire l’anno giudiziario, Piercamillo Davigo. E le Camere penali non ci hanno visto più

I giudici stanno a Berlino, a Milano per lunga pezza è stato peggio dell’Isola del Diavolo, ma vivaddio finalmente sono spuntati degli avvocati con i controtogoni. Per approfondire nel dettaglio la faccenda, c’è questo bel pezzo; ma a me il dettaglio non interessa, sono sopraffatto dal puro godimento. Quei furboni del Csm, che come tutti sanno altro non è che il porto delle nebbie del gran mare delle correnti, aveva stabilito di spedire a Milano ad aprire l’anno giudiziario, in qualità di facente parte del sopra citato porto delle nebbie, nientemeno che Piercamillo Davigo, aka Crudelio Demon. Di mandarlo qui, nella città martire di Mani pulite (e Davigo non era dalla parte dei perseguitati). Ma gli avvocati delle Camere penali, eccheccazzo, non ci hanno visto più: “Le esternazioni del giudice Piercamillo Davigo negano i fondamenti costituzionali del giusto processo, della presunzione di innocenza e del ruolo dell’avvocato nel processo penale”, hanno detto. Non è gradito qui, tra noi che crediamo al diritto, al garantismo e pure al giusto processo. Quali esternazioni intendessero, ha poca importanza, una vale l’altra, un disco rotto. Può essere sul Fatto, o la sua vecchia gag che in Italia stai più al sicuro ad ammazzare la moglie che a divorziare. Se ne stia dov’è, hanno detto. E quelli del Csm, hanno fatto gli offesucci: “Stupisce che venga proprio da un’associazione di avvocati la richiesta di censurare la libera manifestazione del pensiero”. Che voi leggete le ultime tre parole. E vi viene da ridere.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"