Barry Hulshoff con la Coppa dei campioni nel 1972

Barry Hulshoff il vichingo

Maurizio Crippa

Se ne è andato ieri, a 74 anni e fu uno dei protagonisti dell'Ajax di Cruijff, la più bella squadra di sempre

Ci sono certi saluti di addio che è bello dare, perché ci ricordano che c’è stata un’epoca felice, e anche perché confermano che certi amori giovanili non erano abbagli e avevano un significato. La fotografia che ieri è più girata sui media è quella sua con Johan Cruijff, mentre portano giù dall’aereo una Coppa dei campioni (una delle loro tre) tenendola per le grandi orecchie. Il Genio con la sua faccia storta da cavallo, Barry Hulshoff con i capelli lunghi e la barba, enorme come un guerriero vichingo. Non ci sarebbe il calcio di oggi, e forse non giocheremmo neanche alla Playstation, se non ci fosse stata la rivoluzione culturale di quell’Ajax, probabilmente la squadra più bella del mondo, e se Barry Hulshoff non avesse trasformato il concetto di stopper in quello di regista arretrato.

  

Non c’è, nella sua storia personale, un palo maledetto che ha impedito alla storia del calcio di compiersi, come quello di Rob Rensenbrink che se ne è andato anche lui poche settimane fa. C’è invece la sua storia, dopo il campo e con pochi riflettori, di allenatore e scopritore di talenti. Sembrava un vichingo selvaggio, ma come tutti in quella squadra pensava da filosofo: “Discutevamo di spazio per tutto il tempo. Cruijff spiegava sempre dove i compagni avrebbero dovuto correre, dove rimanere fermi, dove non si sarebbero dovuti muovere. Si trattava di creare spazio ed entrare nello spazio”, disse. Se ne è andato ieri, a 74 anni. Tra le sue ultime imprese calcistiche, era stato lo scopritore e poi l’agente di Matthijs de Ligt. Ma questa è una faccenda per altri, per Sarri.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"