Matteo Salvini (foto LaPresse)

La toppa e il rosario

Maurizio Crippa

Salvini sull’aborto la pensa come Cappato: la contraddizione di consacrarsi al Cuore Immacolato e dire che “ognuno può fare come vuole”

Ci sono ottimi motivi per non prendere sul serio le sparate di Salvini. L’aborto è uno di quelli, per cui non andrebbe preso nemmeno in considerazione, dacché le sue sparate romanesche contro le donne (“non italiane”) che lo fanno sei volte di fila gratis come se il “pronto soccorso” (sic) fosse un “bancomat sanitario” e fanno spendere soldi agli italiani sono destituite di ogni intelligenza. Non è una posizione “contro l’aborto”, intesa come la intenderebbero i pro life e tantomeno quelli che, da queste parti, insistono a dire che l’interruzione volontaria di gravidanza è uno scandalo etico del nostro tempo declassato a sciocchezzuola. Ma c’è un aspetto che merita qualche riga di attenzione. Per rimediare alla sparata fatta prima, il leader della Lega ha precisato su Facebook che l’aborto “è una scelta che spetta solo alla donna, alla coscienza, alla libertà di scelta della donna… Figurati se Salvini si mette contro l’aborto o il divorzio, sono l’ultimo che può dare lezioni”. Siamo in un paese democratico, persino per Salvini, e ognuno può pensare come vuole. Ma la toppa che lo sventolatore di rosari ha provato a mettere è peggio del buco. Ha detto le stesse cose che direbbe qualsiasi abortista. A lui dell’aborto come problema non importa nulla. La contraddizione di consacrarsi al Cuore Immacolato e dire che “ognuno può fare come vuole”, passi. Fa più specie pensare a tutti quelli che lo votano per i rosari, cioè essendo cristiani perché lo credono cristiano, e poi non dicono nulla scoprendo che la pensa come Cappato. Ma con Salvini si deve parlare, dicono pure certi vescovi. Amen.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"