(foto LaPresse)

Rilucere in tempi di pandemia

Andrea Marcenaro

Potevano dirmi tante cose e non l'hanno fatto. Allora ci si consola e si prova a prendere esempio dai molti Michele Serra che hanno colto nel virus un'occasione di pulizia

Potevano dirmi che prima o poi mi faranno un tampone, o che tra un mese, un mese e mezzo, si potrà sporgere il naso fuori, potevano dirmi che tra sei mesi apriranno, forse, un ristorante a due posti, che al mare si potrà andare, magari verso novembre, o che a febbraio sarò libero di vedere le nipotine da cento metri minimo, che si potrà giocare a bocce intorno a Natale, o che negli ospedali, abbi fede, un posto per te ci sarà sempre, potevano dirmi che da soli, in macchina, coi finestrini chiusi, si potrà fare brum-brum con la bocca, o che di guanti e mascherine ce ne saranno a sfare in meno di tre anni e insomma, ce n’era un mucchio che potevano dirmi. Non ne hanno detta una. E pazienza. Allora ci si consola. Si prova a prendere esempio dai molti Michele Serra che hanno rivisto “il mare pulito a Napoli, i pesci nei canali di Venezia, mentre Venere e Sirio rilucono enormi nel cielo trasparente”. Che se vietassero quella cazzo di luce elettrica, e ancora speriamo, almeno la notte, di come rilucono non si ha manco l’idea.

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.