Rilucere in tempi di pandemia
Potevano dirmi tante cose e non l'hanno fatto. Allora ci si consola e si prova a prendere esempio dai molti Michele Serra che hanno colto nel virus un'occasione di pulizia
Potevano dirmi che prima o poi mi faranno un tampone, o che tra un mese, un mese e mezzo, si potrà sporgere il naso fuori, potevano dirmi che tra sei mesi apriranno, forse, un ristorante a due posti, che al mare si potrà andare, magari verso novembre, o che a febbraio sarò libero di vedere le nipotine da cento metri minimo, che si potrà giocare a bocce intorno a Natale, o che negli ospedali, abbi fede, un posto per te ci sarà sempre, potevano dirmi che da soli, in macchina, coi finestrini chiusi, si potrà fare brum-brum con la bocca, o che di guanti e mascherine ce ne saranno a sfare in meno di tre anni e insomma, ce n’era un mucchio che potevano dirmi. Non ne hanno detta una. E pazienza. Allora ci si consola. Si prova a prendere esempio dai molti Michele Serra che hanno rivisto “il mare pulito a Napoli, i pesci nei canali di Venezia, mentre Venere e Sirio rilucono enormi nel cielo trasparente”. Che se vietassero quella cazzo di luce elettrica, e ancora speriamo, almeno la notte, di come rilucono non si ha manco l’idea.