Gli ultraortodossi de' noantri
In Israele gli haredim, che invitano alla disobbedienza e la praticano, hanno contribuito alla diffusione del virus. Da noi danno il tu alla modernità e si lamentano del lockdown
Quelli che, pandemia perdurante, non sopportano le restrizioni, mettono in guardia sullo stato autoritario, invitano alla disobbedienza civile e magari, potendo, la praticano. Esistono dovunque, non sono molti, ma in Israele sì. Sono gli ultraortodossi, si chiamano haredim. Il ministro degli Interni Aryeh Deri ha appena denunciato: “Dobbiamo farci un esame di coscienza, il 70 per cento dei malati dell’intero Stato d’Israele sono haredim”. Fino a qualche giorno prima risultava che fosse haredim il 37 per cento dei morti da Covid 19. Ora peggio. Gli ultraortodossi, come si sa, diffidano di internet, diffidano dei media, sono in crescita demografica continua, affollano interi quartieri di molte città israeliane, non guardano tivù, si assembrano devotamente e respingono il lockdown. Senza di loro, il contagio in Israele sarebbe stato molto contenuto. Con le loro manifestazioni di libertà è diventato più grave. Sono, gli haredim, l’esatto opposto dei nostri antiautoritari, liberalissimi e libertarissimi quanto incazzatissimi cittadini antilockdown che alla modernità danno invece del tu. Ma è per vie tortuosissime che si afferma, molto spesso, l’Internazionale del belinismo.
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