(foto LaPresse)

Sfiducierebbesi adeguatamente Bonafede

Guido Vitiello

Se prendiamo come riferimento la cultura del diritto e della pena che accomuna trasversalmente maggioranza e opposizione, il grillino è il più adeguato dei ministri possibili

Alfonso Bonafede è inadeguato. Lo dicono i garantisti, lo dicono i forcaioli, lo dicono i forcaioli marrani imboscati tra i garantisti, lo dicono i garantisti in doloroso esilio tra i forcaioli, insomma lo dicono concordemente i patrocinatori di tutte le mozioni: inadeguato. Misteriosissimo aggettivo, però. Sessant’anni fa il filosofo Guido Calogero, nella sua rubrica per il Mondo, provò a cavarne il senso dagli annunci matrimoniali dei quotidiani. Cosa sottintendevano, tutti quegli “sposerebbesi adeguatamente”? Per la “bionda attraente trentaquattrenne, colta, benestante” il marito adeguato doveva essere, si suppone, attraente e benestante come lei. Ma che dire di quell’altro annuncio, “operaio trentenne nullatenente sposerebbe adeguatamente”? Escludendo che il pover’uomo cercasse una squattrinata come lui, è probabile che avesse in mente una moglie in grado di sottrarlo al suo stato miserevole. Stesso avverbio, significati agli antipodi. Calogero ci costruiva intorno una piccola teoria dell’adeguazione, da opporre alla moda filosofica del concetto di alienazione. Io ho pretese più modeste. Alla voce adeguato il Battaglia dà questa definizione: “Proporzionato, conveniente, corrispondente, giusto, conforme”. Ebbene, se prendiamo come riferimento non già la chimera della giustizia giusta, ma la realtà effettuale della giustizia com’è amministrata in Italia, nonché la cultura del diritto e della pena che accomuna trasversalmente maggioranza e opposizione, Bonafede non solo è adeguato, ma è il più adeguato dei ministri possibili. Sfiducierebbesi adeguatamente.