Da oggi i fanatici trumpisti hanno anche un pastore in Vaticano

Guido Vitiello

Leggendo la lettera che l'arcivescovo Viganò ha indirizzato a Trump vengono in mente gli Esseni. E come non ci sia nulla di più pericoloso e feroce di una maggioranza che si crede perseguitata

Non date retta ai giornali, l’arcivescovo Carlo Maria Viganò non ha inviato una lettera a Donald Trump, gli ha inviato un manoscritto del Mar Morto. Dal rotolo apocrifo di Viganò: “Signor presidente, stiamo assistendo in questi mesi al formarsi di due schieramenti che definirei biblici: i figli della luce e i figli delle tenebre”. Lui li definirebbe biblici, e io mica voglio fare a gara con un arcivescovo, ma a me questo incipit ricorda tanto quello della “Regola della guerra” degli Esseni, primo secolo a. C., che annuncia la grande battaglia escatologica: “L’inizio si avrà allorché i figli della luce porranno mano all’attacco contro il partito dei figli delle tenebre”. La pergamena di Viganò non viene da Qumran, viene palesemente da QAnon, la setta di fanatici trumpisti secondo cui il presidente è un guerriero della luce segretamente in lotta contro la cabal di satanisti pedofili che muove i fili del mondo dalle tenebre del deep state, in attesa della vittoria apocalittica che chiamano la Tempesta. Ebbene, da oggi queste capre hanno un pastore in Vaticano. Il Nemico invisibile dell’umanità è il deep state dei massoni mondialisti, scrive questo secondo tragico Barruel, ma “cadranno gli inganni dei figli delle tenebre, saranno svelate le loro trame”. E’ la Tempesta! C’è un piccolo problema, però. Gli Esseni erano quattro gatti, di cui i romani si sbarazzarono facilmente. I figli della luce di Viganò sono invece “la parte più cospicua dell’umanità”, ostaggio di una minoranza di malvagi. E la storia insegna che non c’è nulla di più pericoloso e feroce di una maggioranza che si crede perseguitata.

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