Cari sceneggiatori, riscrivete il copione della sinistra

Guido Vitiello

Luigi Comencini con “Lo scopone scientifico” ne aveva profetizzato nel 1972 il tormentato avvenire: ogni tornata elettorale, una mano di carte

Ancora una volta, c’è l’occasione di battere la vecchia miliardaria a carte. La borgatara Antonia fa coppia fissa con il marito, Peppino lo stracciarolo, un onest’uomo che non brilla per scaltrezza, e i due rischiano di perdere tutto. Così Antonia esautora Peppino e ritenta con Righetto il baro, lo spasimante più giovane e furbo, ma il grandioso successo iniziale – dalla villa arrivano voci mirabolanti, si parla di vincite che riscatteranno l’intera borgata – si rivela effimero: la vecchia vince di nuovo. Luigi Comencini, il nonno di Calenda, con “Lo scopone scientifico” aveva profetizzato nel 1972 il tormentato avvenire della sinistra italiana, ossia di Antonia, dai tempi della discesa in campo della miliardaria. Ogni tornata elettorale, una mano di carte. Peppino, il grigio impiegato della ditta, proprio non riesce a vincere. Arriva Righetto il rottamatore e sfonda il tetto del 40 per cento. Sembra la volta buona. Ma c’è poco da fare, di riffa o di raffa la vecchia ha sempre la meglio. Che fare? Oggi al tavolo da gioco è seduto un altro uomo della ditta, ancora più bolso e lento di riflessi dei predecessori. E qualche professore ludopatico – nel film era Mario Carotenuto, nella realtà Tomaso Montanari – incalza la sinistra perché punti tutti i risparmi della borgata sul rosso, quando in mezzo mondo non fa che uscire il nero. E io lo so che il finale del film di Comencini – dove la vecchia è accoppata col veleno – non è da prendere a modello, ma lo capite che la partita è agli sgoccioli? Al lavoro, sceneggiatori!