Giuseppe Conte (foto LaPresse)

L'attualità italiana è un libro già scritto

Guido Vitiello

Stessi trucchi narrativi e colpi di scena che si ripetono giorno dopo giorno. Solo il Pd continua a meravigliarsi del vero volto del M5s

Ormai sembra il romanzo d’appendice di un autore a corto di idee. Puntata dopo puntata, l’attualità italiana propone variazioni sempre più lambiccate sullo stesso repertorio di trucchi narrativi e colpi di scena. Lunedì si smaschera un vile usurpatore (Renzi!), martedì si riscattano le vittime di un empio oltraggio (Bibbiano!), mercoledì si svela un mefistofelico intrigo (il Mes!), giovedì gnocchi, venerdì torna in scena il temuto vendicatore (Dibba!), sabato e domenica riposo, poi daccapo. Capite bene che il lettore, anche il più appassionato al genere, scorre le pagine dei quotidiani sbadigliando. E’ vero, il Conte di Montecristo svela la sua identità più volte nel corso del romanzo, ma grazie al talento di Dumas è sempre un brivido nuovo. Che dire invece del Conte di Volturara Appula? L’intreccio è monotono: a ogni pagina il M5s getta la maschera e mostra il suo vero volto, non proprio progressista; a ogni pagina il Protagonista Democratico cade dalle nuvole – “Ahi vista! Ahi conoscenza!”. E siamo solo al capitolo due (o bis). Ora che ci penso, studiando il romanzo popolare Umberto Eco si era imbattuto nel caso in cui “l’autore ha già lasciato cadere tali e tanti sospetti sulla identità di un personaggio che appare inverosimile che proprio il protagonista non abbia ancora capito nulla”; in cui, cioè, “tutti gli elementi di intreccio, dati, fatti, confidenze, segni inequivocabili, concorrono a far scattare l’agnizione, e solo il personaggio persiste nella propria ignoranza”. Gli aveva anche trovato un bel nome: agnizione da scemo del villaggio.

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