Hitchcock (foto LaPresse)

La giustizia a orologeria spiegata con Hitchcock

Guido Vitiello

Capire la distinzione tra suspense e sorpresa quando scoppia una bomba giudiziaria

Tutta la questione della giustizia a orologeria si capisce meglio partendo dalla celebre distinzione hitchcockiana tra suspense e sorpresa. C’è una bomba sotto il tavolo. Non lo sanno i personaggi del film, non lo sa il pubblico in sala. A un certo punto, senza che nessuno se l’aspetti, la bomba esplode – boom! Questa è la sorpresa. Ma supponiamo che il pubblico abbia visto l’anarchico mentre sistemava la bomba, e che il regista gli abbia mostrato i dettagli del congegno cronometrico in azione – meno dieci, nove, otto… Questa è la suspense. Quando scoppia una bomba giudiziaria, il politico seduto al tavolo mostra (o finge) sorpresa. Eppure sia lui sia il pubblico hanno potuto osservare a lungo la meccanica dell’ordigno. Gli elementi alla base del suo funzionamento – l’obbligatorietà dell’azione penale e l’indipendenza anarcoide della magistratura inquirente – sono nascosti in un luogo (la Costituzione) che rende macchinoso il disinnesco. Intorno a questi due poli si è formato anno dopo anno tutto un garbuglio di fili – dalla Severino al traffico d’influenze allo Spazzacorrotti – che scatenano microesplosioni locali, proteggendo l’ordigno principale. Se qualcuno minaccia di avvicinarsi al cuore del congegno – per esempio tagliando i fili tra le carriere – deve solo fare il conto alla rovescia, tanto più che opera senza i guanti protettivi dell’immunità. Tipica scena di suspense, vero? E invece vi sbagliate, è una scena comica. Perché l’uomo si è piazzato l’ordigno sotto il tavolo da solo.

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