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Deponiamo le armi

Guido Vitiello

Cosa lega una copertina del Panorama sovranista contro gli "accattoni" a un commando delle Br che si lascia impietosire da un poveretto

Per merito o per colpa di due Christian molto diversi – Raimo e Rocca – ho visto per la prima volta una copertina del Panorama sovranista di Belpietro, “Le città degli accattoni”. Li ripago con un episodio raccontato a Zavoli dall’ex brigatista Enrico Fenzi. A Genova, nella zona operaia di Cornigliano, un commando delle Br era andato a cercare, per ferirlo, un esponente della Dc, descritto nella bozza del volantino di rivendicazione come un agente periferico dello stato imperialista delle multinazionali. Accadde però qualcosa di imprevisto. I brigatisti, racconta Fenzi, si trovarono davanti “una persona di mezza età, con una piccola automobile sgangherata, che viveva in una casa popolare, e che solo a vederla vanificava il pomposo documento su questo famigerato nemico del popolo”. Per il breve tempo di un’epifania, scrutarono l’abisso di insensatezza dei loro proclami e deposero le armi. Mutatis i moltissimi mutandis, quel numero estivo di Panorama descriveva un assedio: “Assillanti, spesso molesti, a volte violenti. Mendicanti veri e falsi si moltiplicano a Milano e Roma come in provincia. E le multe e gli allontanamenti non riescono a contenere un fenomeno che aumenta rischi e insicurezza”. Poi però la muta dei lettori, aizzata a ringhiare, trovava sulla copertina la foto di un vecchio inerme, a testa china, lasciato a languire sul bordo di una strada dove marciavano, ignorandolo, samaritani affaccendati. Era questo, il prototipo dell’assediante? Oso sperare che qualcuno, davanti a quell’ecce homo carico di involontario umorismo, abbia deposto le armi.

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