(foto LaPresse)

Scilipotizzare i barbari

Guido Vitiello

Il M5s è il caso più spettacolare di selezione alla rovescia della classe dirigente che la storia ricordi. Per questo assisto con favore alla dispersione della mandria grillina in gruppuscoli di mercenari pronti a tutto

Una volta, da bambino, ho fatto zero al Totocalcio. Non è difficile quanto fare tredici, mi dissero per consolarmi, ma richiede comunque una goccia di talento. Ora, pensate al talentaccio che ci vuole – altro che goccia: un’ampolla più capiente di quella del senno di Orlando – per mettere insieme un movimento fatto di decine di migliaia di militanti, centinaia di parlamentari, dozzine di amministratori locali, alti dirigenti e ministri, e dopo un decennio intero di attivismo indefesso non poterne esibire neppure UNO che valga più di uno zero. Il M5s è il caso più spettacolare di selezione alla rovescia della classe dirigente che la storia ricordi. Per questo assisto con favore – non con attenzione, ché son faccende meschine: con generico e distratto favore – alle beghe, alle lotte fratricide, alle faide trasversali, alle microscissioni, a tutto quel che mette in subbuglio le interiora del M5s, fino alle dimissioni di Fioramonti. Fallito il leninismo-con-telecomando di Casaleggio senior, così cieco sulla natura umana da pensare di poter dirigere da Milano truppe di inetti passati dal nulla alle agiatezze romane, fallito il leninismo-con-penale di Casaleggio junior, che di batosta in batosta non può promettere il seggio ai suoi onorevoli zeri, l’esito meno dannoso per noi tutti è il tanto vilipeso mercato delle vacche. Disperdere la ferale mandria grillina in gruppuscoli di mercenari pronti a tutto, perfino a votare cose sensate, pur di essere rieletti. Mettere fine a dieci anni di orrore e squallore. Un’utopia: scilipotizzare i barbari.

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