(foto LaPresse)

Come ci muoveremo. I piani Atm, le distanze. E un po' più di auto

Daniele Bonecchi

Il simbolo della Milano produttiva è proprio la mobilità e su questo terreno si gioca la ripresa dell’economia regionale

La fotografia del lockdown milanese è il deserto immobile di corso Buenos Aires, viale Certosa, via Marghera: le arterie e del lavoro. Il simbolo della Milano produttiva è proprio la mobilità e su questo terreno si gioca la ripresa dell’economia regionale. “Le aziende del trasporto pubblico locale muovono ogni anno in tutto il paese 5,4 miliardi di persone”, spiega Andrea Gibelli, presidente di Fnm (Ferrovie Nord Milano) e di Astra, l’associazione delle 150 aziende pubbliche della mobilità. “Non va dimenticato che il Tpl è al servizio del sistema produttivo, noi perdiamo ogni mese 200 milioni di euro a livello nazionale e la sola Lombardia 80. Prevediamo una perdita in tre mesi di 600 milioni, 240 in Lombardia. Oggi le imprese sono impegnate anche nella sanificazione di stazioni e impianti, un costo aggiuntivo”. Garantire ossigeno alle aziende di trasporto è il primo obiettivo di Daniele Barbone, presidente dell’Agenzia per il Tpl di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia. “La priorità, in questo momento, è l’equilibrio economico dei gestori. Abbiamo chiesto alla Regione, e abbiamo trovato orecchie attente, di individuare le risorse necessarie. Regione e Comune di Milano stanno facendo la loro parte nei confronti del ministero. Questo è essenziale per mettere in sicurezza il settore”. Ma poi c’è la vera domanda che interessa tutti: come e con che nuove condizioni riprenderemo a muoverci? Declinare mobilità e distanziamento è fondamentale e la pianificazione necessaria. Nell’area milanese Atm muove in un anno  775 milioni di passeggeri. Riunioni e incontri via Skype e contatti con palazzo Marino proseguono.

 

In Foro Bonaparte c’è la “necessità che i passeggeri collaborino”, ci sarà il problema degli ingressi contingentati e non bastano certo i tornelli “intelligenti” per risolvere il problema del distanziamento. Infatti, se su un convoglio del metrò, in tempi normali, possono salire fino a 1.200 passeggeri, nella fase due, ne potranno entrare solo un sesto: 200. Per la fase due in piazza Beccaria (assessorato alla Mobilità) e in Foro Bonaparte si disegnano scenari diversi (il progetto viene chiamato New start), perché potrebbe cambiare radicalmente la strategia, col rilancio dei mezzi privati e mettendo in stand by area B e area C (ma sarebbe anche un altro salasso per il Comune, che ha già messo in conto i minori introiti dai biglietti Atm e dai dividendi Sea, perché la ripresa del traffico aereo è un’altra brutta incognita per tutto il sistema mobilità). Aumenterà il PM10? E’ un altro problema sul tavolo, anche perché la Giunta Sala non può smentire completamente la sua impostazione di limitazione al traffico privato. Ma riprendere a muoversi è più importante. Per il momento Atm è concentrata su un particolare disegno che garantirebbe il distanziamento sociale. Una prima ipotesi vedrebbe il personale di controllo Atm ai tornelli d’ingresso, per far entrare un numero limitato di persone. Sui treni ci sarebbero dei segnaposti per la distanza dei passeggeri. Mascherine obbligatorie per tutti e disinfettante a portata di mano. Spiega ancora Gibelli. “Va detto che su treni e autobus il distanziamento è di difficilissima praticabilità”.

 

Occorre un salto di qualità, “il governo e le istituzioni devono prendere in esame un modello con una scansione degli orari di lavoro e di studio diversi. Vanno evitate le concentrazioni, declinando gli orari scolastici in modo flessibile nella giornata. Il sistema produttivo, del terziario e degli uffici pubblici, devono prevedere più opportunità per il lavoro remoto in modo da abbassare la concentrazione del traffico passeggeri. Le aziende si devono adattare alla nuova domanda di mobilità. Per trasportare domani, col necessario distanziamento, i passeggeri pre Covid-19, servirebbe il triplo dei treni e dei bus, impossibile”, ammonisce il presidente di Astra. Oppure il triplo del tempo. Per quanto riguarda i treni regionali (ora ance questi a funzionamento ridotto) ritornare a una gestione in cui viaggiano più treni e più persone proporrà gli stessi problemi, con in più una logistica di stazioni più complessa, dato che solo poche fermate dispongono di tornelli e i percorsi più lunghi.

 

Intanto riaprono i cantieri della M4. Salini Impregilo e Astaldi riprendono i lavori sulla nuova linea metropolitana di Milano, e insieme al Comune, a Società M4 e a altri operatori coinvolti nel progetto hanno riattivato “tutti i necessari protocolli per far operare i lavoratori nella massima sicurezza e attenzione alla salute, proseguendo un cantiere strategico per la mobilità sostenibile della città”. Il sistema autostradale lombardo, con BreBeMi, la direttissima Milano-Brescia, Milano Serravalle, Milano Tangenziali. e Autostrada Pedemontana Lombarda, ha deciso da tempo l’esenzione del pedaggio autostradale per il personale sanitari. Ora le società autostradali stanno lavorando per affrontare la fase due con ulteriori facilitazioni per il trasporto merci, vitale per l’economia del territorio.