Un evento del Fuorisalone 2019 (foto LaPresse)

Codice, a noi! Il settore degli eventi sta crollando e si aggrappa al web

Fabiana Giacomotti

Trasformare il mondo virtuale in momento di vita vissuta è la nuova dannazione delle agenzie e delle società di eventi, in crisi di liquidità e senza nessuna opportunità di ripresa almeno per un altro semestre

Codici. Uno dietro l’altro, come in un film di 007 ma senza la licenza di uccidere, che ogni tanto verrebbe anche utile. Codici da visualizzare e ricordare, modello Palazzo della Memoria di Matteo Ricci, e naturalmente “esclusivi”, perché dopotutto siamo milanesi e la selezione l’abbiamo nel Dna dai tempi del whisky Glenlivet e di quell’entità mitologica che era la Milano da bere. La nostra vita di frequentatori di eventi, settore da 36,2 miliardi di impatto sul pil per il quale si prevede il sostanziale azzeramento fino a fine anno, si sta trasformando in una sequenza di numeri. Numeri per accedere al webinar, codici per il webcast che ormai ci viene offerto gratuitamente “in prova per la Sua azienda” con la S maiuscola; sequenze numeriche per il convegno che in effetti ci interessa ma davanti al quale ci addormentiamo dopo dieci minuti, perché vedere quattro agenti di influencer e attori americani discutere di fee mancati e di “prove da casa” stravaccanti sul divano mentre sorseggiano il caffè are è piuttosto deprimente, e bisognerà studiare una nuova formula. Mentre monta la polemica contro la Regione per lo scandalo del Trivulzio e il sindaco di Milano concentra la comunicazione quotidiana sulle mascherine, le caselle della posta elettronica e di messaggistica hanno iniziato a riempirsi di inviti e di solleciti, esattamente come in epoca a.C., ante coronavirus, ma con la variante della disponibilità perpetua presunta, quella che un tempo si aggirava accampando impegni precedenti altrove. Il tempo casalingo, come lamentano da sempre le casalinghe e ora sappiamo quanto avessero ragione, sembra invece sempre libero e a disposizione di tutti. “Dai, dura tutta la giornata: troverai un minuto per passare no?”, ti dicono, equiparando tempo virtuale e reale, in un superamento a destra delle teorie di Baudrillard.

 

Dunque, piattaforme benefiche, ottimiste e affettuose come Primum vivere inaugurata da SEC Newgate per raccogliere storie di imprese resilienti, ma anche e soprattutto codici e inviti. Si fa tutto online, dalle presentazioni di abiti (la piattaforma Joor, che garantisce una parvenza di tridimensionalità, è la più praticata; qualche nome di lungo corso delle pr come Nora Parini dice di non voler più tornare ai tempi delle “porte aperte” e delle tartine ad libitum per le folle). La pr più famosa del segmento food di lusso, Adele Bandera, invia a casa degli invitati bottiglia e cestino di fragole o delicatezze assortite; i fortunati si collegano via via con il sommelier, talvolta anche in piccoli gruppi ma più facilmente da soli: sapete, per la questione dell’experience. Trasformare il mondo virtuale in momento di vita vissuta è la nuova dannazione delle agenzie e delle società di eventi, tutte in crisi di liquidità e senza nessuna opportunità di ripresa almeno per un altro semestre, al punto di aver redatto una lettera aperta al governo per chiedere sgravi fiscali e dilazioni, che sarà pubblicata nei prossimi giorni. Li guida Salvatore Sagone, editore di quel segmento di nicchia ma molto potente che è la pubblicità e che anni fa ha fondato il “Club degli eventi”, cui fanno parte le quaranta aziende più rilevanti, compresi Marco Balich e FilmMaster: “Le previsioni sono drammatiche”, dice, anticipando al Foglio i dati di una ricerca appena commissionata ad Astra/ADC Group su base Oxford Economics. Se, a dati 2018, il settore eventi in Italia generava un indotto di 65,5 miliardi di euro e impiegava 569 mila addetti, con un impatto diretto sul pil appunto di 36,2 miliardi grazie anche al ritorno sull’hotellerie (l’Italia, nona economia mondiale, occupa il sesto posto nella graduatoria mondiale degli eventi business, e l’ottavo come industry, precedendo l’industria dell’auto), è più che probabile che per fine anno, senza incentivi e aiuti, sarà praticamente azzerata. I dati emersi dalla ricerca di Astra/ADC, effettuata su 302 interviste online, raccontano infatti di eventi cancellati per il 30 per cento e rinviati per il 14 per cento. La previsione di ripartenza è, per il 61 per cento degli intervistati, addirittura fine settembre-ottobre, con una perdita del 50 per cento del giro d’affari per il 74 per cento degli intervistati. Eventi online? Al momento, per più della metà sono in crescita e per il 15,3 per cento dei rispondenti rappresentano una crescita importante, praticamente l’unica. “Già oggi i danni ammontano almeno a 2 miliardi”, dice Sagone. Dunque, sì Primum vivere deinde comunicare, che è il motto di SEC, ma per l’eventistica, le due cose iniziano a sovrapporsi.

Di più su questi argomenti: