Pamela Hicks (nata Ashley) con Pandit Nehru nel 1948

La fine degli Ashley

Michele Masneri

Ashley Hicks, figlio di Pamela e dunque nipote di lord Mountbatten, in questi giorni organizza spiritose visite guidate da fermo a Buckingham Palace, spiegandone in diretta dal suo Instagram le architetture e soprattutto le storie

Tra tutti quelli che in questi giorni si scervellano per trovare nuovi metodi di autopromozione da fermi, offrendo dubbi intrattenimenti instagrammatici per non chiudere bottega, c’è Ashley Hicks, figlio di Pamela e dunque nipote di lord Mountbatten, il roccioso capitano della flotta britannica, padrino del principe Filippo e grande stratega della sua ascesa a Corte. Hicks, decoratore, una prima moglie italiana pure lei nel settore, in questi giorni organizza spiritose visite guidate da fermo a Buckingham Palace, spiegandone in diretta dal suo Instagram (orari variabili, consultare il profilo) le architetture e soprattutto le storie. Stratagemma, si capisce, per reclamizzare un suo librone che pure “non va su Amazon perché Amazon in questi giorni si occupa solo di spedire cibo, maledetta plague!”, come nota l’aristoarredatore in queste dirette artigianali che sono già un successo (con molti commenti tipo “ciao, sono Jane, sono gommista in Wyoming, sto facendo il turno, che bell’accento che hai!”).

 

La visita guidata è consigliata al pubblico orfano di “The Crown”, con molti retroscena tra le innumerevoli sculture di Canova e la piscina segreta (“costruita nel ’38 al posto di una delle tre orangerie, io non sono mai riuscito a farci il bagno, ma mia sorella sì”). Hicks, figlioccio di Filippo, è figlio di Pamela Hicks (nata Ashley), dama di compagnia di Elisabetta e spesso interpellata dai tabloid a proposito di faccende reali. Anche lei, novantenne, ha appena fatto un podcast in cui insieme alla figlia India racconta se non proprio tutti almeno alcuni segreti reali (tra cui l’amore della madre con Nehru mentre il papà Lord Mountbatten era preso a fare l’ultimo viceré d’India). Poi diventa ammiraglio della Flotta, Mountbatten, grande appassionato di uniformi e di ragazzini, ma la sua più gran vittoria come è noto è di far gradire il nipote squattrinato Filippo alla futura regina. Il suo sogno, come sa chiunque abbia visto “The Crown”, era di avere una monarchia che cambiasse brand in Mountbatten, cosa che gli sarebbe riuscita solo in parte oggi grazie alla duchessa che veniva dalle serie tv (i Sussex hanno battezzato l’erede “Mountbatten-Windsor”; ma chissà cosa direbbe lui, che però non può commentare, essendo saltato in aria per un attentato dell’Ira nel 1979). Intanto, mentre gli eredi decorano, la decorazione britannica soffre un grave colpo, proprio con un altro Ashley che pur non c’entra niente: il gruppo Laura Ashley ha annunciato infatti il fallimento causa coronavirus. La società, fondata nel 1953 da Laura e Bernard Ashley, che avevano foderato il mondo di stile inglese, ha appena chiuso bottega infatti, a causa del crollo delle vendite per l’influenza (saranno stati messi male già in partenza, ma insomma, spiace).