Opera di Lungiswa Gqunta, dettaglio

Femminile sudafricano

Michele Masneri

I lavori di Lungiswa Gqunta alla galleria APalazzo a Brescia

Conversazioni tra donne di diverse generazioni, usi e costumi e consuetudini femminili che flirtano coi passaggi della storia, e lenzuola stese non su filo da bucato ma su filo spinato. Lungiswa Gqunta, giovane sudafricana nata nel 1990 a Port Elizabeth, è per la prima volta in mostra, fino al 10 gennaio, alla galleria APalazzo in piazza Tebaldo Brusato (Brescia).

 

L’artista lavora sul passaggio tra colonialismo e postcolonizzazione raccontando le attività domestiche che legano le generazioni femminili, attraverso una serie di video e foto che mostrano attività domestiche e casalinghe come appunto la piegatura delle lenzuola, però con la Storia e col Conflitto in agguato. Qui l’apice si ha con l’accoppiata di stoffe che paiono appese su leggiadri cavetti ma poi avvicinandosi si scoprono essere micidiali fili spinati. Come in altri lavori di Lungiswa Gqunta si gioca insomma sull’accoppiamento di materiali romantici come le stoffe floreali, con oggetti più prosaici come bottiglie, fiammiferi, pezzi di legno, spazzole con fiammiferi pronti a incendiarsi. O, qui, con utensili ancora più acuminati e contundenti. Gqunta ha esposto alla Biennale di Istanbul del 2017 e alla Whatiftheworld Gallery di Cape Town, oltre che all’ultima Manifesta di Palermo.

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