(foto Ansa)

i profili

Da Salvini a Tajani a Crosetto: tutti i ministri del governo Meloni

Redazione

Le storie, il curriculum e le curiosità dei componenti del nuovo esecutivo. Ecco un po' di letture foglianti per orientarsi sulla nuova compagine governativa

Giorgia Meloni guiderà il prossimo governo. Dopo essere stata ricevuta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha indicato la lista dei ministri, che è stata accettata dal capo dello stato. Qui di seguito trovate quello che c'è da sapere sui componenti dell'esecutivo, con un po' di letture foglianti raccolte nel corso del tempo. Il giuramento è previsto per domani mattina alle ore 10 al Quirinale.

Giancarlo Giorgetti - ministro dell'Economia

E' il volto responsabile della Lega. Ex ministro dello Sviluppo economico, draghiano da subito ("è il nostro Cristiano Ronaldo, disse del premier), viene scelto per un ruolo che negli ultimi anni è stato appannaggio di figure tecniche. Molto apprezzato da Meloni, il suo nome è stato spinto più dalla leader di FdI che da Salvini. Sul Foglio lo avevamo descritto come un dissidente interno alla Lega che viene elevato a leader (a Bruno Vespa disse che il suo segretario non aveva ancora capito che ci fosse bisogno di cambiare linea. "E' un campione di incassi, ma ancora non ha deciso se recitare un western o un film drammatico").

Da un punto di vista più economico, l'ambito in cui si muoverà adesso, ne avevamo letto le qualità da guardiano del drago, impegnato dal ministero dello Sviluppo su molti dei fronti e delle vertenze aperte che riguardano il sistema produttivo del paese. "Stato e mercato, pubblico e privato, dunque, senza allargare i confini, ma con una chiara divisione del lavoro", è stato il suo orientamento.

Nel luglio di quest'anno scrivemmo come per la Lega sarebbe stato vantaggioso scommettere sul paradigma Giorgetti (opposto al paradigma Salvini). Fatto di concretezza e rispetto di un percorso già tracciato durante il governo Draghi.

Matteo Salvini - ministro delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili (e vicepremier)

È il ministro di cui si conoscono più dettagli pubblici. In ballo fino all'ultimo per il Viminale, alla fine andrà a ricoprire un incarico che gli consenterà di controllare (almeno in parte) le politiche migratorie. Segretario della Lega dal 2013, è già stato vicepremier nel governo gialloverde. Oltre che, ovviamente, ministro dell'Interno.

Uscito sconfitto dale elezioni del 25 settembre, dopo il tracollo della Lega, è alle prese con le rivolte del nord che gli contestano le ambiguità, tra le altre cose, in tema di politica estera. Ancora pochi giorni fa, dopo essere stato tra i principali sostenitori delle tesi di Vladimir Putin a livello europeo, ha chiesto che venissero riviste le sanzioni alla Russia. 

Guido Crosetto - ministro della Difesa

Piemontese, ex parlamentare, ha smesso i panni dell'eletto nel 2019, quando ha lasciato la Camera dei deputati per seguire la propria carriera professionale. Dal 2008 al 2011, durante il terzo governo Berlusconi, è stato sottosegretario nello stesso dicastero che va a guidare adesso. È considerato uno dei fedelissimi di Giorgia Meloni, che ne ascolta sempre i consigli e che ha continuato a coinvolgerlo seppur lontano dall'attività parlamentare. In questa intervista concessa al Foglio spiegava un po' il suo manifesto, che aveva molto a che vedere con i progetti per il paese e per la destra del futuro. 

Adolfo Urso - ministro dello Sviluppo economico (con denominazione del "Made in Italy")

Dalla guida del Copasir al comando delle politiche industriali del paese (con nuova denominazione che strizza l'occhio al sovranismo). Il parlamentare di Fratelli d'Italia Adolfo Urso ha toccato, nel corso degli ultimi anni, molti dei dossier di politica internazionale che hanno interessato il nostro paese. Dalle ingerenze russe e cinesi, alle missioni umanitarie molto discusse come quella di Mosca all'inizio della pandemia. Stabilendo una sorveglianza a proposito della collocazione euroatlantica dell'Italia, e il sostegno all'Ucraina, ribadito in ogni occasione utile. "In politica estera Meloni porterà avanti l'agenda Draghi", ci aveva detto ad agosto

Sulle posizioni filoputiniane degli alleati ha espresso parole molto chiare chiedendo loro, ancor prima di essere in campagna elettorale, di dismettere ogni ambiguità

Matteo Piantedosi - ministro dell'Interno

Hanno detto di lui che fosse l'ombra di Matteo Salvini al Viminale: era capo di gabinetto del ministero dell'Interno quando il segretario leghista era alla guida del dicastero durante il governo gialloverde. Per lui si tratta, quindi, di un cerchio che si chiude. Di un ritorno, dopo che nel 2020 è stato nominato da Luciana Lamorgese prefetto di Roma. Una scelta in continuità. 59 anni, è nato ad Avellino e ha una lunga esperienza tra prefetture e ruoli ministeriali. 

E' stato colui che ha scritto, sotto la direzione Salvini, i tanto discussi decreti sicurezza. Ma è stato anche quello che poi, sempre al Viminale, li ha cambiati durante il governo rossogiallo. "Sono un uomo per tutte le stagioni", disse intervistato dal nostro giornale

Antonio Tajani - ministro degli Esteri (e vicepremier)

È il coordinatore nazionale di Forza Italia. Braccio destro dell'ex presidente Silvio Berlusconi, è tra i fondatori del partito nel 1994. Inoltre, è europarlamentare dal 2014, nonché vicepresidente del Partito popolare europeo. Negli ultimi giorni - dopo che alcuni audio trapelati in cui il Cav. confermava la sua vicinanza al presidente russo Vadimir Putin hanno messo in discussione la credibilità europeista di FI – Tajani è riuscito a salvare il suo incarico alla Farnesina come ministro degli Esteri. Durante il vertice del Ppe, il coordinatore ha confermato la linea europeista e filo-atlantica di Forza Italia.

Maria Elisabetta Alberti Casellati - ministro delle Riforme

Definita la "seconda scarica dello stato", per la facilità con cui da presidente del Senato ha allontanato i suoi collaboratori. Già sottosegretaria alla Salute (2004-2006) e alla Giustizia (2008-2011), la si ricorda come la candidatura più importante bruciata dal centrodestra nell'elezione per il Quirinale a gennaio di quest'anno. Occasione in cui si profuse in una campagna telefonica in prima persona (operazione scoiattolo) per provare a convincere un fronte trasversale di parlamentari.

Altra fedelissima di Berlusconi, è stata l'altra senatrice (oltre al Cav. stesso) a votare Ignazio La Russa alla presidenza di Palazzo Madama. 

Carlo Nordio - ministro della Giustizia

Una vita alla Procura di Venezia come aggiunto, editorialista del Messaggero e del Gazzettino apprezzato dai garantisti, in modo bipartisan, a destra come a sinistra. Ha coordinato le indagini sul Mose, ma soprattutto, tra il ’92 e il ’99, l’inchiesta sui finanziamenti delle cooperative rosse al Pci-Pds, con piglio decisamente garantista: l’inchiesta finirà tra l’altro con la richiesta di archiviazione da parte di Nordio per D’Alema e Occhetto che ha sempre ripetuto: “Per me il principio secondo il quale il segretario del partito ‘non poteva non sapere’ è un principio incivile”. Con l’ex sindaco milanese di centrosinistra Giuliano Pisapia ha scritto “In attesa di giustizia. Dialogo sulle riforme possibili”. Alle elezioni del 25 settembre è stato eletto alla Camera dei deputati.

Su temi come l'immunità parlamentare ha posizioni distanti da quelle della coalizione di centrodestra. Così come quando stava per cadere il governo Draghi, al Foglio disse: "Senza di lui la situazione sarà drammatica". Al festival dell'Innovazione dello scorso giugno, a Venezia, disse che "Salvini sulla guerra sbaglia. La legittima difesa vale anche per gli ucraini".

Gilberto Pichetto Fratin - ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica

Sarà l'ex viceministro dello Sviluppo economico Gilberto Pichetto Fratin a ereditare i complicati dossier che ha tenuto finora in mano Roberto Cingolani. A quello che fino a ora era il ministero della Transizione ecologica arriva così il senatore di Forza Italia, un curriculum di esperienza politica costruita passo passo in Piemonte, dove ha iniziato da consigliere comunale prima di diventare vicepresidente della Regione con Roberto Cota. Entra in Parlamento nella scorsa legislatura, dopo il voto di marzo 2018, e si insedia al ministero di via Veneto con le deleghe alle politiche industriali e alle piccole e medie imprese quando giura il governo Draghi, a febbraio 2021. 

Nel passato di Fratin non ci sono competenze specifiche sulle materie di cui dovrà occuparsi ora che guiderà il ministero di via Cristoforo Colombo, mentre durante le trattative sul decreto Concorrenza il senatore si è speso nel dialogo con i balneari. Sulla possibilità che il forzista prendesse il posto di Cingolani si erano espressi pochi giorni fa i verdi Angelo Bonelli e Eleonora Evi: “Gilberto Pichetto Fratin è noto per le sue posizioni negazioniste, contro l’auto elettrica e contro i piani verdi Ue Fit for 55, insomma un segnale chiaro di quello che la Meloni vuole per le politiche sul clima”.

Andrea Abodi - ministro dello Sport

Presidente dell’Istituto del credito sportivo è da sempre un tecnico stimato da Fratelli d’Italia. Lo scorso anno era tra l’elenco degli esperti stilata da Giorgia Meloni per trovare il candidato sindaco di Roma del centrodestra. Cofondatore della Media partners group, è stato anche presidente della serie B e consigliere federale della Figc.

Il Foglio lo aveva ritratto qui.

Giuseppe Valditara - ministro dell'Istruzione e del merito

Il giurista milanese che guiderà il prossimo ministero dell'Istruzione è gradito negli ambienti di Fratelli d'Italia ed è uno stimato consigliere di Matteo Salvini. Il 61enne era candidato in Lombardia con la Lega alle elezioni del 25 settembre ma non è stato eletto. La sua ascesa politica è legata al centrodestra: nel 1993 entra nel consiglio direttivo della Fondazione Salvadori, presieduta da Gianfranco Miglio, storico ideologo del Carroccio e strenuo sostenitore di una trasformazione federale dell'Italia. Negli anni Novanta si fa promotore di un’idea di destra riorganizzata sul modello statunitense, con un grande partito repubblicano “gollista e federalista”. È professore ordinario di Diritto privato e pubblico romano nel Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Torino. 

Gennaro Sangiuliano - ministro della Cultura

L'attuale direttore del Tg2 è da tempo vicino agli ambienti di FdI e della destra. Napoletano classe 1962, Sangiuliano si laurea in Giurisprudenza all’università Federico II. Da ragazzo partecipa al Fronte della Gioventù, l'organizzazione giovanile del Msi, e da dal 1983 al 1987 è consigliere circoscrizionale missino nel quartiere Soccavo della città partenopea. L'esperienza giornalistica lo porta alla vice direzione di Libero prima e all'approdo in Rai dopo, nel 2009. A viale Mazzini ricopre il ruolo di vicedirettore del Tg1 fino al 2018, anno in cui passa alla guida del telegiornale del secondo canale.

Marina Calderone - ministro del Lavoro

È uno dei profili tecnici del nuovo governo, nonché ex consigliera del cda di Leonardo – colosso nei settori di difesa, aerospazio e sicurezza. È stata indicata dalla stessa Giorgia Meloni in quanto profonda conoscitrice del mercato del lavoro (dalla fine del 2005 è presidente del consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro). Calderone è specializzata nella gestione delle grandi crisi aziendali e con il marito, Rosario De Luca, presidente della Fondazione studi del consiglio nazionale – e consigliere d'amministrazione dell'Inps – organizza ogni anno il Festival del lavoro.

Caposaldo della sua politica sarà semplificare la burocrazia di cui sono responsabili i datori di lavoro, in questo senso ha proposto la modifica del decreto Trasparenza dell'ex ministro Andrea Orlando. Inoltre, altri due obiettivi di Calderone saranno il taglio al cuneo fiscale e la riforma dello strumento del Reddito di cittadinanza, che andrebbe usato solo come strumento di protezione sociale.

Paolo Zangrillo - ministro della Pubblica amministrazione

Fratello del più noto Alberto, primario del San Raffaele di Milano e medico personale di Silvio Berlusconi, commissario di Forza Italia in Piemonte, è stato deputato del partito nella scorsa legislatura, rieletto al Senato il 25 settembre con il centrodestra, vincendo nel collegio uninominale di Alessandria. Eredita ora il ministero che era stato di Renato Brunetta. Laureato in Giurisprudenza, prima della politica, ha un passato da manager tra aziende della meccanica e dei trasporti (Magneti Marelli, Fiat e Iveco), ma anche nella multiutility capitolina Acea, di cui è stato per cinque anni (tra il 2011 e il 2017) direttore del personale.

Luca Ciriani - ministro dei Rapporti con il Parlamento

Classe 1967, fedelissimo di Giorgia Meloni, è stato nella scorsa legislatura capogruppo di Fratelli d'Italia al Senato. In gioventù è vicino al Movimento sociale italiano, per poi aderire al partito di Gianfranco Fini, Alleanza nazionale, diventandone capogruppo in consiglio nel 1998, e confluendo nel 2008 nelPopolo delle libertà. Nel 2015 si unisce a Fratelli d'Italia e nel 2018 è parlamentare eletto a Udine. È noto per i suoi apprezzamenti al premier ungherese Viktor Orbán, che ha definito “amico del partito”.

Eugenia Roccella - ministro della Famiglia

La deputata Eugenia Roccella sarà ministro della Famiglia, della natalità e delle pari opportunità. Giornalista e saggista, Roccella ha spesso collaborato con il nostro giornale, scrivendo di genitorialità, aborto e suicidio assistito. Il padre, Franco, è stato tra i fondatori del partito radicale, grande amico di Marco Pannella, e deputato radicale. Roccella ha un passato con Forza Italia, Pdl, Nuovo centro destra, Idea e Cambiamo Italia, ma è stata eletta alla Camera alle scorse elezioni con Fratelli d'Italia. È stata sottosegretaria al ministero della Salute nel governo Berlusconi IV e deputata per due legislature dal 2008 al 2018, eletta, all’epoca dei fatti, con il Popolo della Libertà.

Qui trovate gli articoli pubblicati sul Foglio.

Orazio Schillaci - ministro della Salute

È rettore dal 2019 dell'università di Tor Vergata. Schillaci è una figura tecnica, non ha mai svolto incarichi politici ed è specializzato in medicina nucleare. Nel 2020 ha fatto parte del comitato scientifico dell'Istituto superiore di sanità, che è stato organo consultivo per il ministero della Salute guidato da Roberto Speranza nel pieno della pandemia da Covid-19.

Nello Musumeci - ministro per le Politiche del mare e del sud

Ex presidente della Sicilia, storico esponente della destra sociale siciliana. È rimasto sulla graticola per mesi ("lo ricandidiamo o no?"), alla fine ha preferito un passo di lato per far convegere la coalizione su Renato Schifani (che poi ha vinto). Molto vicino a Meloni, che spingeva perché fosse riconfermato in Regione e non ha granché digerito le impuntature degli alleati, è stato ricompensato per la fedeltà. 

Raffaele Fitto - ministro degli Affari europei

Fino a pochi giorni fa era il luogotenente di Giorgia Meloni a Bruxelles, dove è stato presidente del gruppo dei conservatori europei (Ecr). Un passato da governatore della Regione Puglia (tra il 2000 e il 2005), di estrazione democristiana, per oltre 10 in Forza Italia, tra gli uomini di riferimento di Silvio Berlusconi al Sud. Dal 2014 ha rotto con il Cav. e, dopo diverse traversie per formazioni centriste, nel 2019, dopo l’elezione all’europarlamento, ha aderito a Fratelli d’Italia. Tante le inchieste a suo carico ai tempi del governo della Regione Puglia su tangenti e sanità, altrettante, almeno finora, le assoluzioni. 

Daniela Santanché - ministro del Turismo

E’ lei che nel giorno del mancato (e inutile) non voto di Forza Italia per l’elezione di Ignazio La Russa alla presidenza del Senato, ha preso sotto braccio Silvio Berlusconi, di cui è stata sottosegretaria nell’ “ultimo governo eletto dagli italiani”, e lo ha convinto, almeno lui, a votare ‘Gnazio per lo scranno più alto di palazzo Madama. Chi la conosce lo dice “Daniela è simpaticissima” a sinistra è piuttosto odiata. Il 25 settembre è stata rieletta in Parlamento battendo nel collegio uninominale di Milano Carlo Cottarelli.

Imprenditrice, l’ex pasionaria del Cav. è insieme a Flavio Briatore proprietaria del lussuosissimo bagno Twiga a Forte dei Marmi. Quando si è saputo che il suo nome ballava per un ministero i colleghi titolari di concessioni balneari hanno tirato fuori lo spumante. Qualche giorno fa, quando il Foglio le chiese che cosa ci dobbiamo aspettare dal governo rispose così: “Per adesso soltanto il silenzio. Giorgia Meloni prima fa le cose, e poi le comunica. Farà una squadra di persone capaci”.

Francesco Lollobrigida - ministro dell'Agricoltura

Nipote della divina Gina (di cui dicono abbia ereditato almeno un pezzo di bellezza), è uno degli uomini più vicini a Giorgia Meloni (è il marito della sorella maggiore di Giorgia, Arianna). Tra i fondatori del partito, nella scorsa legislatura (confermato per ora anche in questa) è stato capogruppo di Fratelli d’Italia a Montecitorio nella scorsa legislatura è quello che parla quando non è la Capa a farlo, in pratica, nelle ultime settimane un esegeta. Un passato da consigliere comunale, provinciale e regionale ad Ardea, provincia di Roma e Lazio. 

 

Roberto Calderoli - ministro degli Affari regionali

Ex ministro delle riforme istituzionali nel Berlusconi II e per la semplificazione normativa nel Berlusconi IV, Calderoli occuperà la casella del dicastero degli Affari regionali e delle autonomie del prossimo esecutivo. La sua avventura politica inizia agli albori della Lega Nord di Umberto Bossi, partito di cui il bergamasco classe 1956 è uno dei “padri fondatori”. Laureato in medicina e chirurgia a Milano, entra in Parlamento nel 1992, l'anno dell'exploit di tangentopoli, e diventa segretario nazionale del Carroccio nel '95. A inizio anni Duemila il suo nome diventa noto per aver dato vita la legge elettorale da lui stesso definita una “porcata”, da cui “Porcellum”.

 

Annamaria Bernini - ministro della Ricerca

Bolognese e avvocata, la senatrice è stata capogruppo di Forza Italia. Ha iniziato la sua carriera con Gianfranco Fini, in Alleanza nazionale, aderendo poi al Popolo delle libertà. Nel 2011, con FI, è stata ministra per le politiche europee del quarto governo Berlusconi dal 27 luglio 2011 al 16 novembre dello stesso anno. Si è da sempre spesa a favore dei diritti civili: già nel 2016, nell'ambito del ddl Cirinnà sulle unioni civili, si era dichiarata favorevole alla stepchild adoption, votando a favore del testo e in contrasto con il suo stesso gruppo parlamentare.

Alessandra Locatelli - ministro delle Disabilità

Comasca classe 1976, il nuovo ministro della Disabilità è una nota ultra-salviniana. Ex assessore alla Famiglia e alla Solidarietà sociale in Lombardia, si laurea in Sociologia e lavora nel campo dell’assistenza delle persone affette da disabilità intellettiva. Entra nelle file del Carroccio giovanissima, partendo con una gavetta tra volantini e gazebo. Nel 2016 diventa segretaria della Lega di Como fino al 2017, quando “Alessandra la tosta” decide di candidarsi alle comunali. Entra in Parlamento nel marzo 2018 ma il suo nome diventa noto per un suo post Facebook in cui chiede agli amministratori leghisti lombardi di "rimuovere immediatamente dai loro uffici pubblici la foto di Mattarella”: secondo l'attuale ministro, il presidente della Repubblica non rappresentava più un garante imparziale dei cittadini.

 

Alfredo Mantovano - sottosegretario alla Presidenza del Consiglio

Magistrato dal 1983, poi, dal ’96, quattro legislature tra Camera e Senato, tra le file di Alleanza nazionale prima e del Pdl poi, gia sottosegretario agli Interni nel secondo governo Berlusconi (2001-2006), collaboratore di Tempi e anche del Foglio, lo scorso anno ha pubblicato un volumetto contro il ddl Zan dal titolo “Legge omofobia perché non va. La proposta Zan esaminata articolo per articolo”. Che sul suo nome si discuterà lo si capisce già dal titolo della sua tesi di laurea “Problemi di legittimità costituzionale della legge 194”, la legge che garantisce il diritto all’aborto. Impegnatissimo nella lotta alla mafia e all’usura, dal 2015 è presidente della sezione italiana della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, che si occupa di persecuzioni religiose.