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l'intervista

Santanchè spiega il metodo Meloni: “Il governo prima si fa, poi si comunica. Salvini? Chi lavora non parla”

Salvatore Merlo

Il nuovo governo a guida Fratelli d'Italia, l'occasione di rilancio per la Lega e le promesse da non deludere. Parla la senatrice rieletta con venticinque punti di scarto su Carlo Cottarelli 

Ha battuto Carlo Cottarelli all’uninominale di Cremona. Oltre venticinque punti di scarto. Un’enormità. La rivincita del Twiga sull’ex direttore del Fondo monetario internazionale, su un ex presidente del Consiglio incaricato addirittura. “Macché Twiga, credo che la gente si sia sentita più vicina a me che a lui”, risponde Daniela Santanchè, eletta al Senato con Fratelli d’Italia. “Cottarelli è una brava persona, ma gli economisti che dovrebbero sapere tutto poi spesso non sanno molto della vita reale”. Okay. Allora mi dica, quanto costa un litro di latte? “Purtroppo costa due euro”. Si è preparata. “Guardi che io vado a fare la spesa, magari non tutti i giorni ma almeno una volta al mese sì”. Al nord Fratelli d’Italia insidia la Lega. “Siamo il primo partito in Lombardia”. Una fiammata. “Dieci anni di sacrifici. Dedizione. Amarezze. Per questo abbiamo detto che lunedì è stata la giornata del riscatto. Eravamo quelli che se criticavamo  il governo del ‘tutti dentro’ venivamo trattati come delle schifezze. Dei matti. Ecco allora  il riscatto”. Trionfo al nord. Ora si farà il governo. Cosa ci dobbiamo aspettare? “Per adesso soltanto il silenzio. Giorgia Meloni prima fa le cose, e poi le comunica”. Veramente Matteo Salvini ha annunciato su TikTok che informerà il suo pubblico minuto per minuto. Con i retroscena dei negoziati per la scelta dei ministri. “Il silenzio è delle persone che lavorano”. 


E però Salvini davvero ha promesso un “trattamento Quirinale”, del tipo messo in pratica ai tempi della non felicissima (per lui) elezione di Sergio Mattarella, quando gettava nomi di improbabili presidenti della Repubblica  come coriandoli. Lo ha garantito ieri anche per la formazione di questo governo. Testuale da Tik Tok: “Vi racconterò magari in live il dietro le quinte, quello che le tv non raccontano: come nasce un governo. Come si scelgono i ministri e i sottosegretari”. Informazioni minuto per minuto. Risponde Daniela Santanchè: “Dia retta a me, con Giorgia Meloni  c’è una sicurezza ovvero che le cose prima si fanno e poi si dicono. Mi sento di garantirlo. Di solito la politica  dice molto,  e poi non fa nulla. Ecco, questa volta sarà il contrario”.  E quindi dobbiamo aspettarci il silenzio. “Sì”. Che però  era la qualità  di Draghi. “La qualirà di chi lavora”. Quindi Salvini non lavora? “Abbiamo grande rispetto della coalizione. Abbiamo però anche la consapevolezza che stavolta siamo noi il partito trainante della coalizione, dunque mi auguro che tutti si lavori insieme rispettando le decisioni di chi ha la responsabilità maggiore”. Ma non è che Salvini ha già deciso di fare il controcanto a Meloni? “Mi pare che la Lega, purtroppo, non abbia precisamente raccolto un successo eclatante a queste elezioni. Dunque penso che ora abbiano una grandissima occasione di rilancio”. Ma come? “Con la lealtà. Governando. Giocando insieme a noi  la partita dell’Italia. E’ un’occasione anche per Salvini. Non si può essere di lotta e di governo, addirittura anche quando si sta dentro a un governo omogeneo. Un governo di centrodestra”. Ma Salvini questo lo sa? “Spero di sì. Sono certa di sì”. Fa la diplomatica? “No, sono realista. Se il governo funziona, funziona anche la Lega. Se il governo non funziona, la Lega  si sfracella peggio di com’è oggi. Suppongo che questo lo capiscano tutti”. Lei in effetti non è diplomatica: è irrimediabilmente ottimista. “Qua ci giochiamo una cosa importante. Non dobbiamo deludere le persone. E dobbiamo cercare di cambiare il corso delle cose: impresa, turismo, fiducia. E’ una sfida pazzesca.  Non credo che Salvini  voglia buttare tutto nel cestino della spazzatura. Ci vuole un attimo a perdere la fiducia delle persone”. In realtà pare che l’altro giorno, in Via Bellerio, al quartier generale della Lega, Salvini abbia detto “ora gliela faccio vedere io a Giorgia”. Una cosa del genere. “Soprattutto la farebbe vedere a se stesso. Siamo tutti sulla stessa barca”. Staremo a vedere. Intanto i giornali stranieri già vi criticano. “Parlano di ciò che non conoscono. Basterà un mese di governo e vedrà che cambia tutto. Abbiamo solo bisogno di far capire chi siamo. A quel punto ci sarà il giudizio, che capovolgerà il pregiudizio”. E come ce lo dobbiamo immaginare questo nuovo governo?  “Conosco bene Giorgia. E’ pragmatica. Ascolta. Mette al centro il merito. Farà una squadra di persone capaci”. Tecnici e forti competenze? “Competenze unite però a esperienza politica. Sarà un governo politico con alcuni ministri tecnici. Guardi che la novità è il ritorno delle persone elette e scelte dagli italiani”.  E che farete? “Le posso dire cosa non faremo”. Prego. “Non faremo mai i  traditori e non disattenderemo il mandato elettorale”. Ovvero? “Mai governi con chi ha una visione della vita, dell’impresa, del lavoro, della famiglia e della società opposta alla nostra”. Va bene, ma come si può escludere a priori un governo di larga coalizione in una situazione di crisi imprevedibile? “Lo escludo totalmente. Mario Draghi lo rispetto, ma tutti si dimenticano che siamo una Repubblica parlamentare”.
 

  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.