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Far viaggiare i milanesi verso il futuro. Lavoro da Atm

Daniele Bonecchi e Maurizio Crippa

Il presidente Luca Bianchi racconta un’azienda tra le migliori al mondo. Progetti, green, visione

Genovese di nascita, manager nel settore privato, appassionato di vela e di sci (non esattamente gli sport di una città della pianura) il presidente di Atm, Luca Bianchi, formazione da economista, è ormai un milanese orgoglioso della sua città e della Azienda pubblica dei trasporti che guida dal marzo 2017. Anzi dice “è un privilegio ogni mattina” lavorare in Atm, perché “è davvero l’azienda dei milanesi, la stima di cui gode da parte dei cittadini ha pochi paragoni, così come enorme è l’affezione, la dedizione, oltre la professionalità, dei suoi dipendenti. Atm funziona, bene, grazie ai suoi 9.600 dipendenti che sanno cosa fare. Dico sempre che Atm potrebbe funzionare benissimo da sola, perché c’è una tale professionalità in tutti i livelli, con automatismi straordinari, che ognuno sa sempre cosa e come fare al meglio. Anche nelle situazioni di emergenza che possono riguardare non solo il nostro servizio, ma la città in sé”. Ovviamente le metropolitane e i tram non vanno da soli, serve un cervello operativo, una struttura di controllo, programmazione adeguata. Che serva gli utenti il meglio possibile, ma che sappia investire pensando al futuro di una metropoli che si sta trasformando e camminare “con lo stesso passo e la stessa visione” della città. Di questo – di questa capacità-necessità di Atm di essere un partner strategico per la transizione di Milano verso gli standard di una metropoli internazionale – abbiamo parlato in una conversazione con il presidente di Atm. Bianchi sottolinea subito che una delle caratteristiche “è di saper unire il know-how e la cultura del servizio. Non si tratta solo di far muovere più di due milioni di passeggeri al giorno, e circa duemila veicoli, serve che il sistema sia controllabile in tempo reale. Chi entra nella nostra sala operativa di via Monte Rosa resta stupito, sembra quasi di essere alla Nasa. Dai monitor sono controllati e gestiti in tempo reale tutti nostri mezzi. Riusciamo a rallentare o accelerare i flussi. Ogni problema di sicurezza ha una risposta immediata, inoltre sono monitorati anche i flussi di traffico. Questo per ‘il servizio’. Per il funzionamento dell’azienda è lo stesso, ciò che accade, dalle squadre di lavoro alle necessità amministrative. E’ una cultura dell’efficienza e della responsabilità”.

Anche per quanto riguarda il rapporto con i cittadini e la città, la visione di Atm è chiara: bisogna andare al passo con Milano, anzi per la sua azienda dei trasporti il must è precederla. Bisogna ricordare che, negli ultimi due decenni, è cambiato molto il modo di lavorare dei milanesi e il sistema di mobilità (Atm serve anche i comuni della Città metropolitana) e le progressive restrizioni al traffico privato (Area C, Area B, parcheggi) ha spostato l’utenza verso i mezzi pubblici. Più 30 per cento solo nell’ultimo decennio. “Non siamo noi a decidere come deve essere regolata la mobilità, è compito del Comune, di chi attua le scelte politiche e amministrative – che io del resto condivido pienamente. Significa programmare in un periodo medio lungo lo sviluppo di mezzi e reti, per fare un esempio, per realizzare una linea di metropolitana servono dieci anni. Noi dobbiamo rispondere alla mission che ci è affidata: gestire con efficienza il sistema e avvicinare e facilitare il servizio ai cittadini. Dalla precisione sugli orari alle informazioni via social media alle tecnologie smart di pagamento. Secondo le nostre stime, la possibilità di pagare con le carte contactless in metropolitana ha in pochi mesi aumentato l’utenza di oltre cinquemila passeggeri al giorno. Ed entro fine anno la stessa tecnologia sarà sperimentata sulla linea 73, quella che collega Linate con il centro. Lavoriamo molto su quella che si chiama la user experience”. E il nuovo sistema tariffario integrato, così a lungo atteso e a molti anche temuto? “Stiamo registrando un boom degli abbonamenti, sta funzionando benissimo, era un risultato fondamentale che ci porta al passo di altre nazioni: riequilibrare il sistema di prezzi, incentivando l’utilizzo sistematico dei mezzi pubblici e tutelando le fasce più deboli.”. Con il Comune invece, il vostro azionista, come si lavora? “Devo dire molto bene, ma senza nessuna piaggeria. Noi siamo al servizio della città, le linee di sviluppo le decide il Comune. Il problema italiano è che i livelli decisionali sono lenti e complessi, ma è importante la capacità di questa amministrazione di pensare a Milano tra dieci anni, e a un sistema metropolitano che va molto al di là dei confini, e che deve essere sempre più integrato”.

Il futuro, infatti, è l’altro tema su cui è interessante ascoltare il presidente Bianchi. I trasporti sono l’esoscheletro di un sistema urbano complesso. Immaginare la rete di trasporti significa pensare a come sarà Milano. La Linea 4 avanza secondo la timeline, i piani per l’allungamento delle altre sono impostati. Poi c’è lo sviluppo “green”, la parola magica del futuro. “Il Comune ha dato un indirizzo chiaro per un cambio drastico di direzione verso la sostenibilità. Il sindaco Sala a Parigi nel 2018 ha firmato il protocollo C40 che impegna a raggiungere certi obiettivi entro il 2050. Noi abbiamo declinato questo indirizzo col piano full electric che ci permetterà di trasformare tutta la flotta su gomma in elettrico entro il 2030, un investimento da 1,5 miliardi di euro. Abbiamo già bandito una gara per 250 bus elettrici, 30 sono già in esercizio. Senza contare che già ora il 70 per cento del nostro trasporto è elettrico, così come tutti i mezzi di servizio tecnico”. I milanesi dovrebbero essere orgogliosi anche di questo. “Vuol dire che saranno prodotte 75 mila tonnellate di CO2 in meno all’anno. La stazza di due portaerei”. E’ anche un impegno finanziario importante. “Programmare bene e a lungo periodo è fondamentale per una azienda pubblica di trasporti. Credo che in questo Atm dimostri che il trasporto pubblico può essere sostenibile dal punto di vista economico, e anzi si può investire su di esso per migliorarlo”. Un altro grande investimento, cinquecento milioni di euro, è stato messo in campo per l’ammodernamento completo della M2, la linea verde. “Nuovi treni, accesso alle stazioni, impianti, sicurezza completamente nuovi, e un sistema di segnalamento che aumenterà le frequenze dei treni: che consentirà di gestire frequenze della M2 molto elevate, fino a 90 secondi nelle ore di punta. Il tutto entro il 2024, senza mai interrompere il servizio”. Non è un caso, dunque, che Atm si sia classificata al sesto posto nel mondo (e terza in Europa) – superando Londra e Parigi al decimo – nel City Mobility Index dell’agenzia Kantar che misura le città che offrono il miglior servizio di mobilità urbana. Essere l’azienda dei trasporti significa insomma essere una parte pensante di una città che cambia: “Esatto”, conclude Bianchi: “Noi ad esempio stiamo vivendo un’esperienza strepitosa a Copenaghen, dove Atm gestisce da qualche anno la rete metropolitana e ha vinto la gara per gestire anche le prossime due linee del metrò. Qui gli urbanisti hanno deciso un’asse di sviluppo geografico, poi hanno costruito una strada, una ciclabile, una linea di metropolitana e da lì, tutto attorno, stanno realizzando la città. Da noi questo è impensabile, non foss’altro per ragioni di spazio e di urbanizzazione storica, ma bisogna forse andare in questa direzione di programmazione”.

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