Paola De Micheli (foto LaPresse)

Contro la De Micheli. Il potere dato alle donne è antibiblico

Camillo Langone

Non condivido l'entusiasmo dei collaboratori del ministro. Credo in un Dio Padre onnipotente, non madre

Sono lì che bevo il mio Lambrusco e si avvicina qualcuno che si presenta come collaboratore del ministro De Micheli e io mi ricordo un ministro De Michelis, con la S, ma purtroppo è morto, oltre che un editore De Michelis, mio editore Marsilio, purtroppo morto anche lui, e conosco un altro editore De Michelis, il figlio, che grazie a Dio è vivo ed è mio editore tuttora. Lui, il collaboratore, mi informa compiaciuto che il ministro è una ministra e sarebbe la prima volta nella storia del dicastero. Non posso condividere l’entusiasmo, da lettore di Costanza Miriano e da credente in Dio Padre onnipotente: Padre, non madre. Un potente di sesso femminile (ammesso che il ministro di un governo italiano sia un potente) mi appare antibiblico, antimaschile. Il collaboratore, o collaborazionista del potere rosa, non riesce a credere che io non conosca l’esatta composizione del governo Conte II (non conoscevo nemmeno l’esatta composizione del Conte I, e di qualche governo precedente comincio a dimenticare i presidenti), poi mi comunica che la ministra fa parte del Partito democratico e io molto democratico non sono, non essendo capace di convincermi che due più due faccia cinque nemmeno se a dirlo è la maggioranza degli elettori. Infine mi fa sapere che la ministra è di Piacenza: io non ho nulla contro i piacentini, però sono di Parma. E a Parma si beve il Lambrusco, non il Gutturnio, e nel Lambrusco, disperando delle sorti d’Italia, mi rituffo.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).