Tutte le convergenze (impossibili?) tra Pd e M5s

Dal rublogate all'intesa su von der Leyen, dagli 80 euro all'autonomia, ecco la lunga lista dei passi di avvicinamento tra i due partiti. Anche se Zingaretti dice no

Un sogno proibito o un incubo orrendo? Il Pd è spaccato (che novità) anche su questo tema: è possibile un'alleanza con il M5s? Tra i possibilisti c’è Dario Franceschinicome ha scritto il Foglio martedì, al quale un governo Pd-Cinque stelle guidato da un Conte bis non dispiacerebbe affatto. Il segretario democratico Nicola Zingaretti per ora smentisce. “Smentisco per l'ennesima volta l'ipotesi di un governo tra il Pd e il Movimento cinque stelle: nel caso in cui si arrivasse a una crisi per noi la via maestra è nuove elezioni. Ogni ipotesi diversa è destituita di ogni fondamento”, ha ribadito oggi parlando con i cronisti fuori da Montecitorio. Eppure basta seguire le “briciole”, come Pollicino, per vedere che quasi ogni giorno si può trovare una nuova traccia di ipotetici avvicinamenti. Proviamo ad aggiornare e ricostruire il percorso di questa possibile intesa. Che, insomma, non succede, ma se succede...

 

  

Abbracci europei

Come abbiamo scritto, ieri Ursula von der Leyen è diventata presidente della Commissione europea anche con il sostegno di Pd e M5s. Poco prima c'è stata l’elezione del vicepresidente dell'Europarlamento, dove è stato confermato – grazie al via libera del Pd – il grillino Fabio Massimo Castaldo, che ha fregato il posto alla leghista Mara Bizzotto. 

  

Il caso “Rublogate”

Oltre all'avvicinamento in ambito europeo, è di questi giorni anche la discussione sul Russiagate all'italiana, il caso del presunto tentativo di Gianluca Savoini, ex collaboratore del vicepremier Matteo Salvini, di ottenere dalla Russia fondi illegali per la campagna anti europeista della Lega. Sia Pd che M5s sono favorevoli a una commissione d’inchiesta sui finanziamenti ai partiti. La differenza è che i grillini chiedono che l'indagine sia allargata a tutti.

  

Gli 80 euro

La maggioranza gialloverde in questi giorni traballa anche sul tema della flat tax. Di Maio arriva persino a difendere una delle misure dell'odiatissimo governo Renzi: gli 80 euro in busta paga. A margine della presentazione del nuovo hub di Poste Italiane a Bologna, il vicepremier ha invitato la Lega a trovare nuove coperture per la misura economica senza togliere risorse già esistenti in favore dei cittadini: “Se si vuole fare la flat tax ben venga. L'unica cosa che non visto ancora sono le coperture. E deve essere la Lega a trovarle. Quello che non voglio è che si tolgano soldi da una parte per metterli da un'altra”. Già a dicembre 2017, in un’intervista a Radio Anch’io, il leader grillino aveva annunciato che se avesse vinto le elezioni non avrebbe abolito il bonus. Quel bonus che aveva definito “una mancetta elettorale”, o una misura che “non ha rilanciato l’economia”. A luglio 2017 sostenne anche che Renzi avesse autorizzato l’utilizzo dei porti italiani per gli sbarchi dei migranti in cambio dei fondi per finanziare il bonus: “Ci hanno svenduti per 80 euro”, scriveva su Facebook.

  

   

Rai

C'è stato anche l'avvicinamento sulla Rai. In Vigilanza  Cinque stelle e Pd hanno votato insieme una risoluzione, passata con 21 voti, che impegnava Marcello Foa a lasciare l’incarico di presidente di Rai Com. La Lega, ovviamente, era contraria. 

 

Autonomia

“Non è un mistero che sulla scuola ci sia spesso una maggiore sintonia col Pd, che non con la Lega. Basta pensare all’autonomia”, aveva detto al Foglio la grillina Lucia Azzollina, solo lo scorso maggio. Vincenzo Presutto, senatore campano del M5s a cui il gruppo ha delegato la supervisione sulle manovre parlamentari legate all’autonomia, ha detto che “trattandosi di una riforma così impattante, sarebbe bene lavorare per approvarla con una maggioranza parlamentare molto ampia, al di là del perimetro gialloverde, come avviene per le modifiche costituzionali”.

  

Altri precedenti: dai programmi all'antifascismo

Riavvolgendo il nastro c'erano già state le convergenze sul programma per le Europee, il “soccorso” sullo sblocca-cantieri, passando per l’improvvisa convergenza sui temi dell’antifascismo. Se questo non è una corrispondenza di amorosi sensi, poco ci manca.

 

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