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Il caso Foa e le prove di dialogo Pd-M5s (palinsesti a parte)

Marianna Rizzini

Spuntano qua e là segnali di piccole intese per ora sporadiche: alla regione Lazio si registra intermittente comunità d’intenti Zingaretti-Lombardi. E segnali arrivano anche dal Parlamento europeo

Roma. Tempo fa aveva detto “la maggioranza non c’è più”. E venerdì mattina Michele Anzaldi, deputato pd e membro della Vigilanza Rai, su Twitter ha scritto: “Foa si dimette da RaiCom: il dialogo istituzionale Pd-M5s obbliga la Rai al ritorno alla legalità. Ancora poco ma è un primo passo. Ora ristabilire pluralismo, informazione e rispetto vero, professionalità interne contro l’infornata di esterni politicizzati e senza curriculum”. E anche se poi, nel pomeriggio, la maggioranza si è ricomposta – sempre in Rai – per il voto sui palinsesti, spuntano qua e là segnali di piccole intese per ora sporadiche: alla regione Lazio si registra intermittente comunità d’intenti Zingaretti-Lombardi, e al Parlamento europeo, dove è stato eletto presidente il pd David Sassoli, è stato anche rieletto vicepresidente il cinque stelle Fabio Massimo Castaldo, con tanti saluti alla candidatura leghista di Mara Bizzotto.

 

Ricorda Anzaldi che la maggioranza si era spaccata anche sul salvataggio di Radio Radicale, ma in direzione opposta (Lega e Pd dalla stessa parte in commissione Bilancio), e ricorda anche come, sul caso Foa, in Vigilanza si sia visto recentemente uno stallo dovuto proprio alla differenza di vedute Lega-Cinque stelle (allora Anzaldi aveva denunciato su Twitter il fatto che il Parlamento fosse “bloccato e umiliato”, con la maggioranza “unita soltanto da arroganza contro istituzioni, colleghi e funzionari” e i “colleghi come Primo Di Nicola e Gianluigi Paragone accodati a tale vergogna”). I segnali non sembrano tutti casuali. “Certo il M5s appare inaffidabile”, dice Anzaldi: “Denunci il caso Foa fino al mattino e poi voti i palinsesti? Arriva un ordine e tutto si ferma? Il Pd l’attenzione al dialogo istituzionale l’ha dimostrata. Se invece dall’altra parte si vuole essere succubi di Matteo Salvini, prego. Bastava poco per rimettere in sicurezza la Rai, specie dopo che è uscita su Repubblica la notizia che Foa, per dimettersi, avrebbe chiesto questo e quello”, dice Anzaldi. Che nota però l’empasse dello stesso Salvini altrove: “Qui Salvini, che alle Politiche 2018 ha preso il 17 per cento, fa il bello e il cattivo tempo per l’inesperienza altrui, ma in Europa, dove c’è gente che in politica sa giocare, lo hanno asfaltato anche se ha preso il 34 per cento”.

 

Mettere in sicurezza la Rai, ma come? “La legge fa acqua da tutte le parti, lo dico chiaro e tondo, perché dà troppo potere al governo, e alla maggioranza in generale dà un potere inaudito, ma lo posso dire io che sono all’opposizione, non chi è appunto maggioranza di governo. E faccio notare che la legge ha un solo elemento di equilibrio: il presidente di garanzia, e che sotto questo governo proprio attorno a quella figura è nato un caso. Un caso nel caso, aggiungo: ho visto Paragone e Di Nicola massacrare in audizione Foa. Però allora poi non si può accettare tutto, per esempio sui palinsesti, pur di restare dove si è. Ma ci sono momenti in cui i cinque stelle sono talmente sotto schiaffo per la pressione dei sondaggi, e talmente in balìa dei social – mostro nutrito anche da loro – che sono costretti, a seconda dell’onda di opinione, a rimangiarsi cose dette e fatte. In questo caso peccato: peccato vedere quel voto sui palinsesti d’intesa con l’alleato dopo il distacco dall’alleato sul caso Foa”. Sorvolando sulla questione palinsesti, ieri i Cinque stelle parlavano d’altro auspicando, dopo le dimissioni di Foa da RaiCom, la ripresa dei lavori sul piano industriale, “decisivo per il rilancio della Rai”, e annunciavano la presentazione alla Camera e al Senato di un “piano di riforma della Rai”, per togliere la tv di stato “una volta per tutte, dalle mani dei partiti”. Le ultime parole famose?

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.