Dario Franceschini (Foto LaPresse)

Franceschini sogna un Conte bis Pd-M5s, anche per arrivare al doppio turno

Passeggiate romane

Un pezzo dei dem sta lavorando a questa ipotesi, e spera di convincere tutto il partito

Governo Conte bis con il Movimento 5 stelle e il Partito democratico? È un’ipotesi di cui, in questi ultimi giorni di fibrillazioni sempre più evidenti della maggioranza gialloverde, si parla nei corridoi dei palazzi della politica. E nel gruppo del Pd. Già perché un pezzo di quel partito sta lavorando proprio a questa ipotesi. Capofila di questa scuola di pensiero è Dario Franceschini, uscito vincitore dalla riunione del gruppo sul rifinanziamento della missione in Libia in cui i dem rischiavano di spaccarsi. Grazie alla mediazione dell’ex ministro della Cultura, invece, il Pd si è ricompattato e non ha partecipato al voto. Non è un caso, quindi, che David Sassoli, legato a filo doppio a Franceschini, sabato scorso, all’Assemblea nazionale del Pd, abbia aperto ai grillini: “Siamo forti della nostra identità, orgogliosi del nostro passato, cosa può metterci paura a incrociare storie diverse, temperamenti molto lontani dai nostri, gente che ci ha criticato, gente che viene da lontano, interessi che non ci appartengono? Per fare questo abbiamo bisogno di maggiore laicità, di non chiedere da dove viene il nostro interlocutore, ma chiedergli dove vuole andare”.

 

L’ipotesi circola anche nella Lega. C’è chi ne parla con una certa apprensione e chi, invece, quasi si augura che vada a finire così: “Un governo del genere durerebbe al massimo un anno e poi noi alle elezioni faremmo cappotto”. Ma tutto il Pd è convinto di andare in questa direzione? No, ci sono molte perplessità e parecchi dubbi a riguardo, ma i fautori di un Conte bis sono convinti di riuscire a portare tutto il partito su quelle posizioni. Del resto, non è forse vero che prima della mediazione Franceschini il Pd si era schierato con Marco Minniti e Paolo Gentiloni a favore del rifinanziamento della missione in Libia, salvo poi fare retromarcia?

  

Sotto l’egida di questo governo, gli esponenti del Partito democratico favorevoli all’operazione contano anche di varare una riforma elettorale che preveda il doppio turno. Sono convinti che questo sistema converrebbe a grillini e democratici, i cui elettorati al ballottaggio confluirebbero sullo stesso candidato, mentre svantaggi la Lega per cui fare alleanze sarebbe più difficile. Ma ci sono i numeri per un Conte bis? Stando ai conti che sono stati fatti in casa del Pd (ma anche in quella pentastellata) la risposta è sì: 345 deputati e 163 senatori, sono questi i numeri su cui pensano di poter fare affidamento i fautori dell’operazione Conte bis.

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