Un centrodestra milanese è possibile, dice Gelmini
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Il Cav. in trasparenza
A settembre inizierà la battaglia campale anche per Forza Italia, sul fronte di Palazzo Marino. Mariastella Gelmini, capogruppo alla Camera, consigliere comunale a Milano, col cuore che batte anche sul lago di Garda (dove si sta impegnando per la realizzazione del depuratore destinato a mantenere pulite le acque del Benaco) lo sa e si sta attrezzando. Milano è la città di Berlusconi e il suo partito vuole giocare un ruolo da protagonista nella disfida per il sindaco. Ovviamente tutti attendono la mossa di Beppe Sala, in bilico tra lasciare, raddoppiare o, secondo i rumors, scrutare le mosse romane, dove non è un mistero che il “sistema” bancario del capoluogo lombardo stia sensibilizzando anche il Colle più alto sui possibili disastri del post Covid. Si vedrà. Comunque vada Forza Italia non ha nessuna intenzione di accettare un candidato di bandiera: “L’obiettivo è correre uniti per vincere. Stiamo lavorando da tempo per portare a Palazzo Marino una personalità della società civile, in grado di dare le risposte che la città attende. Milano sta pagando un prezzo doppio al Coronavirus: la frenata dell’economia dovuta all’effetto pandemia e all’insufficiente intervento del governo e i ritardi della gestione Sala”, dice Gelmini. Ma sull’effetto Covid-19 la strategia del Pd si concentra nel dare addosso alla Regione: la capogruppo azzurra però rifiuta le accuse. “La sinistra è malata di doppiopesismo – reagisce Gelmini – a Roma invitano le opposizioni a collaborare mentre in Lombardia proprio il Pd ha dato vita ad una vergognosa caccia alle streghe. Nella speranza di ottenere un dividendo elettorale. Il presunto garantismo del Pd si è eclissato”.
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