Beppe Sala triste, solitario (ma non ancora y final). Deciderà la bici
La linea d’ombra personale, il suo modello di Milano che non c’è più. E il problema della sinistra riformista sparita
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Il Pd sospeso
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Sala scrive libri, forse perché sa che con questo Pd non si va lontano
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Cari sindaci, uscite dalla grotta
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I libri che non si leggono
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En attendant Sala
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L'“imboscata” a Gallera e i segnali di una debolezza
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Chi si gioca il sindaco a Milano
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Un centrodestra milanese è possibile, dice Gelmini
Milano. “Quando cadi dall’alto ti fai più male. Milano stava volando”, ha detto qualche tempo fa al Corriere della Sera. Perfetta sintesi (l’uomo sa comunicare) amara e pertinente su due fronti: il primo è la sua città, che certo non è schiantata ma che il Covid ha reso anatra zoppa, ci vorranno “uno o due anni di sofferenza”, ha detto ancora ieri. Il secondo è lui stesso. Beppe Sala, il sindaco con ambizioni (anche politiche) e visioni più ampie della semplice amministrazione (il suo ultimo libro, “Società per azioni”, ragiona di società civile da rendere protagonista, di nuovi socialismi, di città, dell’eredità di Aldo Moro che non fu raccolta da nessuno), e anche l’uomo privato Beppe Sala. L’ex manager pragmatico, l’ex Mr Expo ottimista vincente e in camicia bianca, il sindaco del “place to be” da qualche tempo appare triste, preoccupato, dubbioso. Non è ancora scritto che sia anche “y final” (ci sta solo pensando), ma di certo solitario sì. Perché le scelte – ricandidarsi o rinunciare alla seconda corsa – sono in ultima istanza sue, e questo sarebbe il meno. Il fatto più generale e complicato è che sa di non avere più un “modello” vincente, bisogna trovarne un altro, e dietro di sé avverte di non avere nemmeno una parte politica pronta a condividere la sua partita.
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- Maurizio Crippa
"Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.
E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"