(foto d'archivio LaPresse)

Altro che mascherina, intanto vi stende il monopattino

Maurizio Crippa

In Lombardia gli incidenti che hanno coinvolto i monopattini elettrici e le biciclette sono schizzati, in manco due mesi, verso l’alto. Noi vi avevamo avvertiti

Noi ve l’avevamo detto, vi avevamo avvertiti. Tutta questa fregola della mobilità smart e alternativa, con la scusa di non assembrarsi sul tram; tutta questa voglia di uscire tutti insieme, ma ognuno col mezzo di trasporto che preferisce come si conviene a una società atomizzata, tutto questo alla fine non avrebbe portato bene. Se ci tenevano chiusi in casa, Cts o non Cts, un motivo c’era. E siamo noi. O meglio loro: i monopattini elettrici. I nuovi (eco)mostri. Sì. Anche se, poco o tanto che siate ottimisti, sono al momento l’unica risorsa per la ripresa di Milano. Epperò. Sono arrivati i nuovi dati, una statistica dell’Azienda regionale che si occupa delle emergenze e registra le richieste di soccorsi (hai visto mai, che organizzazione in Lombardia) e sono dati da contagio. Gli incidenti che hanno coinvolto i monopattini elettrici e le biciclette (ma non ci dicono quante sono quelle elettriche, che filano veloci) sono schizzati, in manco due mesi, verso l’alto (o per meglio dire, sono ruzzolati sull’asfalto). 286 incidenti in bicicletta, e 86 in monopattino. Riccardo De Corato, iconico simbolo low & order della destra meneghina, diffonde bollettini di guerra: “533 feriti in 55 giorni”. E chiede l’obbligo di targhe, casco e l’assicurazione obbligatori. Voce che grida nel deserto, qui tutti viaggiano in due, o in tre con il pupo, parlando al telefono o mangiando il gelato. La sicurezza è come la mascherina, ci penseremo in autunno.

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"