(foto LaPresse)

Alla stazione di Carnate arrivò la notizia in un baleno

Maurizio Crippa

Se non trovate che il treno senza conducente schintatosi in Brianza sia una metafora perfetta dell’Italia, non avete fantasia

Il treno è sempre così banale, se non è un treno della prateria. Almeno che non corra come una cosa viva sui binari, senza nessun umano ai comandi della locomotiva. Perché in quel caso la metafora può essere anche abusata, ma scatta come se tutti i neuroni non aspettassero altro. Nel paese in cui sembra che il problema siano le disco e non il Mes, in cui i contagiati non vogliono stare in quarantena manco alla Maddalena però il problema grave sembra il congresso del Pd, ci mancava il treno senza conducente. 

 

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E’ successo alla stazione di Carnate, Brianza a tendenza lecchese, dove si è schiantato un pendolari che aveva viaggiato da solo per dieci chilometri. E per fortuna non è stata strage (auguri ai tre feriti). Ma non è stato un attentato, non è stata una quasi tragedia figlia della fatalità. E’ solo che macchinista e capotreno erano scesi alla stazione precedente, per farsi una pausa. E se non trovate che sia una metafora perfetta dell’Italia, non avete fantasia.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"