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La discoteca e l'epicentro della seconda ondata in Calabria

Maurizio Crippa

Per Santelli i locali notturni “devono rimanere chiuse perché, checché se ne dica, con migliaia di ragazzi ammassati non c’è nulla da fare”

Non è più il tempo della Rimini di Pier Vittorio Tondelli, del Bandiera gialla e del Paradiso sfavillante del supremo Gianni Fabbri. E nemmeno delle svedesi, intese massimo motivo d’assembramento diurno-notturno per maschietti e bagnini: ché adesso in Svezia hanno da rimpiangere ben altro mancato distanziamento, il loro free for all non ha funzionato. Non è più il tempo delle mega discoteche con volo charter a Ibiza, e nemmeno della movida salentina. Pare che oggi il vero centro di gravità permanente della vida loca da discoteca mediterranea sia diventata la Calabria. E dunque il nuovo buco nero del contagio, a sentire la governatrice Jole Santelli. Che sorpassando a destra il governo che ancora discute con le regioni e i tecnico-scientifici che tirano, as usual, la monetina – anche se il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo ha ammonito come Mosè sul Monte Sinai: “Le discoteche devono rimanere chiuse perché, checché se ne dica, con migliaia di ragazzi ammassati non c’è nulla da fare” – ha deciso di blindarle tutte, le discoteche di Calabria. Anzi “sale da ballo, discoteche e locali assimilati come i lidi balneari, all’aperto o al chiuso”. E una governatrice del sud e di destra che la pensi più cattiva di Vincenzo De Luca, è roba seria. Che poi in Calabria sia proprio così pieno di discoteche, e di giovani sciamannati, da giustificare che l’ecatombe della seconda ondata arrivi proprio lì, tra Reggio e Tropea, boh, questo vuol dire tirarsela un po’ troppo.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"